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Cronaca

Como | Arrestato un 36enne Polacco per tentata truffa aggravata ai danni di anziani

Nel pomeriggio di ieri, la Polizia di Stato ha arrestato in flagranza di reato un 36enne polacco, incensurato e regolarmente residente in Italia, per concorso in truffa aggravata ai danni di due anziani coniugi italiani.

L’episodio si è verificato intorno alle 18:00 in via Italia Libera, nei pressi della questura di Como. Due coniugi, rispettivamente di 83 e 69 anni, erano stati contattati telefonicamente da una donna con accento dell’Est Europa, la quale aveva loro raccontato che la loro figlia era coinvolta in un grave incidente stradale in cui aveva perso la vita un bambino. Per evitare che la figlia finisse in prigione, i genitori avrebbero dovuto raccogliere 50.000 euro in contanti e monili d’oro, e consegnarli a un “poliziotto” che li avrebbe incontrati in via Italia Libera.

Allarmati dalla richiesta, i due anziani si sono recati nel luogo dell’appuntamento ma, notando la vicinanza della questura, hanno deciso di entrare e raccontare l’accaduto agli agenti di polizia. Gli agenti, resisi conto immediatamente del tentativo di truffa, hanno chiesto ai due coniugi di proseguire verso il luogo dell’incontro mentre loro si sarebbero appostati nei pressi, pronti a intervenire.

Poco dopo, un uomo alto e robusto, vestito con abiti chiari, si è avvicinato ai due coniugi, dichiarando di essere il “poliziotto” incaricato di ritirare i soldi e i gioielli. Al momento della consegna, gli agenti sono intervenuti tempestivamente, bloccando l’uomo mentre tentava la fuga. Durante l’arresto, è stato sequestrato anche il cellulare utilizzato per coordinare la truffa.

L’uomo è stato quindi portato in questura per l’identificazione e arrestato con l’accusa di concorso in truffa aggravata, avendo indotto le vittime a credere di dover eseguire un ordine dell’Autorità per evitare un pericolo inesistente.

Informato il Pubblico Ministero, l’uomo è ora in attesa del processo per direttissima, previsto per questa mattina.

Cronaca

Rimini | Sequestrato pesce non tracciato e scoperti lavoratori in nero

GdF Rimini

Nel corso di recenti operazioni di vigilanza sulla costa riminese, la Guardia di Finanza ha effettuato controlli in un noto locale situato sul lungomare di Marina Centro, riscontrando gravi irregolarità legate alla tracciabilità dei prodotti ittici e al lavoro sommerso.

Durante l’ispezione, il personale della Stazione Navale ha scoperto oltre 60 chili di pesce privo della documentazione necessaria per garantirne la tracciabilità, un requisito fondamentale per la sicurezza alimentare. Il prodotto, considerato non idoneo al consumo, è stato sequestrato e destinato alla distruzione. L’operatore del locale è stato sanzionato con una multa di 1.500 euro per la violazione delle norme relative alla filiera alimentare.

Oltre alle irregolarità riguardanti il pesce, i finanzieri hanno rilevato la presenza di tre dipendenti impiegati senza regolare contratto. La mancata comunicazione preventiva delle assunzioni ha comportato l’applicazione di una sanzione complessiva di circa 12.000 euro. Inoltre, poiché il numero di lavoratori in nero superava il 10% del personale totale, è stata inoltrata una segnalazione all’Ispettorato Territoriale del Lavoro di Rimini – Forlì Cesena, con il rischio di sospensione dell’attività.

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Cronaca

Pesaro | Tragico ritrovamento: Anziano scomparso trovato senza vita

Questura di Pesaro

A Pesaro, la tragica scoperta di un anziano di 89 anni ha scosso la comunità. Mario Bruscolini, scomparso ieri mentre si recava al bar del figlio nonostante il maltempo, è stato trovato morto all’interno di un canalone.

L’uomo aveva lasciato la sua abitazione al mattino, ma non è mai arrivato a destinazione. Dopo la denuncia di scomparsa presentata dai familiari, sono scattate immediatamente le ricerche della Polizia in tutta la città. Nonostante gli sforzi delle forze dell’ordine, la sua sorte è stata purtroppo segnata dalla tragedia.

Le indagini preliminari suggeriscono che Bruscolini possa aver perso l’orientamento a causa delle condizioni meteorologiche avverse e dei problemi di udito di cui soffriva. Il ritrovamento del corpo è avvenuto nel tardo pomeriggio di ieri, portando a una conclusione drammatica di una giornata di speranza e preoccupazione per i suoi cari.

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Cronaca

Frosinone | Operazione della Guardia di Finanza a Frosinone: sequestrati oltre 2,5 milioni di euro per frode legata al Superbonus 110%

GdF Frosinone

La Guardia di Finanza di Frosinone ha avviato un’importante operazione contro una presunta frode legata ai crediti d’imposta del Superbonus 110%, portando al sequestro preventivo di oltre 2,5 milioni di euro. Coordinata dalla Procura di Cassino, l’operazione ha rivelato che i fondi erano stati ottenuti tramite la creazione di crediti fiscali falsi, relativi a lavori edilizi mai realizzati. Le indagini, avviate dalla stazione di Sora, hanno coinvolto sei persone tra imprenditori e professionisti, accusati di aver orchestrato una truffa attraverso false certificazioni e l’emissione di fatture inesistenti.

Gli investigatori hanno scoperto che crediti d’imposta fittizi erano stati ceduti, sfruttando il meccanismo dello sconto in fattura, a due società edili che fungevano da general contractor. Queste società, con la complicità di professionisti tecnici, avrebbero attestato l’esecuzione di lavori di ristrutturazione mai iniziati su diversi immobili, tra cui quelli dell’ATER di Frosinone. In molti casi, i proprietari delle abitazioni non erano neppure consapevoli della cessione dei loro crediti fiscali.

La collaborazione con l’Agenzia delle Entrate ha permesso alle autorità di raccogliere importanti prove documentali, confermando la monetizzazione dei crediti fasulli tramite cessioni a terzi ignari della truffa. L’obiettivo dell’organizzazione, secondo l’accusa, era quello di sfruttare i fondi pubblici a danno delle casse dello Stato.

L’operazione evidenzia l’impegno della Guardia di Finanza nella lotta contro le frodi fiscali, con particolare attenzione ai fondi stanziati per sostenere le famiglie e le imprese, come quelli del PNRR. Le indagini continuano, e fino a un giudizio definitivo gli indagati rimangono presunti innocenti.

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