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Cronaca

Roma | Pestato in pizzeria davanti ai figli: aveva chiesto di mettere il guinzaglio ad un cane

Momenti di terrore domenica sera alla pizzeria “Lo Scopettaro” a Roma, dove l’avvocato Mauro Dainelli, 63 anni, è stato vittima di una brutale aggressione da parte di un giovane che si trovava nel locale con il suo cane molosso senza guinzaglio e museruola. L’episodio è avvenuto sotto gli occhi atterriti dei due figli di Dainelli, di 10 anni.

Tutto è iniziato quando la moglie dell’avvocato ha fatto notare al giovane la mancanza del guinzaglio e della museruola sul cane. L’uomo, invece di obbedire, ha reagito con violenza inaudita, scagliandosi contro Dainelli e colpendolo ripetutamente al volto, alla nuca e al petto. Non solo, il cane ha tentato di mordere l’avvocato, mentre l’aggressore ha cercato di appiccare un incendio ai suoi capelli con un accendino e gli ha lanciato una bottiglia di vetro.

Le urla della famiglia e dei clienti sono riuscite a far desistere l’aggressore, che è stato poi identificato dalla polizia intervenuta sul posto circa mezz’ora dopo la chiamata al 112. Dainelli, che ha riportato ferite serie ed è stato ricoverato all’ospedale San Carlo di Nancy con una prognosi di 15 giorni, ha sporto denuncia contro il suo aggressore.

“È stata una scena da Far West – ha raccontato l’avvocato – Ho avuto paura per la mia vita e per quella dei miei figli. Non è possibile che nel 2024 si debba subire una simile aggressione per aver semplicemente chiesto di rispettare le regole”. Dainelli ha espresso anche preoccupazione per il fatto che l’aggressore non sia stato arrestato e per il messaggio che questo episodio rischia di trasmettere ai bambini e ai turisti.

Cronaca

Catania | Controlli finalizzati al contrasto di episodi di criminalità diffusa e ogni forma di illegalità

In un recente intervento, le forze dell’ordine di Acireale hanno condotto una vasta operazione mirata a contrastare la criminalità e a garantire il rispetto delle norme stradali, in linea con il cosiddetto “Modello Trinacria”. L’iniziativa ha coinvolto sia il Commissariato di Pubblica Sicurezza di Acireale che il Reparto Prevenzione Crimine “Sicilia Orientale” di Catania, insieme alla Polizia Locale, in una serie di controlli concentrati principalmente nelle zone costiere del comune, tra cui Santa Tecla, Stazzo e Santa Maria La Scala.

L’operazione si è focalizzata sulla prevenzione di comportamenti illeciti e sull’identificazione di automobilisti che infrangevano il Codice della Strada. Numerosi conducenti sono stati fermati e sanzionati per manovre rischiose, come sorpassi in punti pericolosi, il mancato rispetto della segnaletica o la mancata presentazione dei documenti necessari ai controlli.

Nel corso dell’attività, sono stati controllati oltre 70 veicoli e identificate più di 120 persone. Le infrazioni rilevate hanno comportato multe per un totale di circa 550 euro e la sottrazione di 12 punti dalla patente dei conducenti. Questo intervento si inserisce in un programma più ampio di controlli che la Polizia di Stato sta portando avanti in tutta la provincia di Catania, con ulteriori operazioni già pianificate per i prossimi giorni.

L’obiettivo delle forze dell’ordine è garantire una maggiore sicurezza, sia stradale che sociale, attraverso una costante presenza sul territorio e l’intensificazione delle attività di controllo nelle aree più sensibili. Questi interventi non solo mirano a ridurre la criminalità, ma anche a rafforzare la consapevolezza dei cittadini sul rispetto delle regole, elemento essenziale per garantire il benessere della comunità.

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Cronaca

Bologna | 31enne ai carabinieri: “Tra poche ore sono fuori, appena vi incontro per strada vi sparo”, arrestato

La scorsa notte, un 31enne bolognese è stato arrestato dai Carabinieri del Nucleo Radiomobile di Bologna con l’accusa di resistenza a pubblico ufficiale. L’arresto è avvenuto a seguito di un intervento notturno presso l’abitazione dell’uomo, sollecitato da una segnalazione al 112 riguardante una festa rumorosa che stava disturbando i residenti.

Quando i Carabinieri sono arrivati sul posto, hanno trovato il 31enne impegnato in una festa con musica ad alto volume. Nonostante l’invito a ridurre il volume e a cessare il disturbo, l’uomo ha reagito in modo aggressivo. Oltre a insultare i militari, ha avviato una diretta streaming sui social network e ha tentato di sottrarre la pistola d’ordinanza di uno dei Carabinieri.

Per contenere la situazione, i Carabinieri hanno utilizzato lo spray al peperoncino e richiesto l’intervento dei sanitari del 118. Durante l’arresto, l’uomo ha minacciato i militari dicendo: “Tra poche ore sono fuori, appena vi incontro per strada vi sparo.” Fortunatamente, non ci sono stati feriti e il 31enne è stato tratto in arresto senza subire lesioni.

Il Pubblico Ministero di turno ha disposto che l’uomo fosse giudicato in direttissimo. Questo episodio sottolinea l’impegno delle forze dell’ordine nel mantenere l’ordine e garantire la sicurezza pubblica, affrontando con determinazione anche le situazioni più complesse e pericolose.

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Cronaca

Bari | Associazione per delinquere, truffa aggravata, falso, corruzione e autoriciclaggio: carcere per 9 soggetti

Un’operazione di vasta portata condotta dai Carabinieri del Comando Provinciale di Bari e dalla Guardia di Finanza di Bari ha portato all’arresto di nove persone coinvolte in un sofisticato schema di frode legata al rilascio di titoli di studio falsi. Il provvedimento cautelare è stato emesso dal Giudice per le Indagini Preliminari del Tribunale di Trani, su richiesta della Procura della Repubblica di Trani.

Le indagini hanno rivelato l’esistenza di un’organizzazione criminosa che operava su scala nazionale, ingannando numerosi cittadini con la promessa di titoli di studio e professionali falsi. L’operazione ha svelato che il gruppo aveva messo in piedi un network di falsificazione di diplomi e certificati attraverso una rete di enti fittizi e società estere apparentemente abilitate al rilascio di titoli riconosciuti, ma in realtà inesistenti.

Il modus operandi del gruppo includeva l’uso di siti web e social media per pubblicizzare i corsi e attrarre clienti. I documenti falsi venivano prodotti con loghi e certificazioni contraffatte, e alcuni certificati di equipollenza erano fraudolentemente emessi da istituzioni italiane. Inoltre, l’organizzazione aveva creato una piattaforma online per gestire le “lezioni” e distribuire i titoli falsi a coloro che avevano pagato una somma significativa, spesso intorno agli 8.000 euro, per accedere a concorsi pubblici o per ottenere lavori nel settore dell’istruzione.

Le indagini hanno portato anche alla scoperta che gli ingenti profitti illeciti, stimati in circa 10 milioni di euro, erano stati reinvestiti nell’attività criminosa e nell’acquisto di beni di lusso e immobili, mascherati da intestazioni a società. Sono state sequestrate quote sociali di otto imprese e sono in corso perquisizioni in tutta Italia.

Questo intervento sottolinea l’impegno delle autorità nel contrastare i crimini contro la pubblica fede e garantire la legalità nel settore educativo e professionale. Le indagini sono ancora in fase preliminare e le persone coinvolte devono essere considerate innocenti fino a eventuale condanna definitiva.

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