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Cronaca

Mazara del Vallo (TP) | Messina Denaro: nel box usato come covo trovati soldi e impronte

È morto Matteo Messina Denaro, il boss di Cosa Nostra aveva 62 anni

Nel box di via Castelvetrano a Mazara del Vallo, che si sospetta fosse utilizzato dal boss Matteo Messina Denaro nei mesi precedenti al suo arresto, avvenuto il 16 gennaio dell’anno scorso a Palermo, gli inquirenti hanno scoperto non solo un’arma perfettamente funzionante con 50 munizioni, ma anche documenti, una somma considerevole di denaro e materiale biologico. Questi elementi potrebbero rivelarsi fondamentali per il proseguimento delle indagini riguardanti le reti di protezione che hanno permesso al latitante di restare nascosto per quasi trent’anni.

Il giudice per le indagini preliminari ha convalidato il fermo di Giuseppe Di Giorgi, 49 anni, che è ritenuto il proprietario del garage e rimane quindi in carcere. L’individuazione del complesso residenziale è avvenuta grazie a una chiave trovata al boss durante la sua cattura alla clinica La Maddalena. Dopo un’attenta ricerca, è emerso che questa chiave apriva il cancello elettrico del gruppo di immobili. Altre chiavi sono state rinvenute presso la sorella del boss, Rosalia Messina Denaro, e dal geometra Andrea Bonfede, che ha prestato l’identità al boss negli ultimi anni, permettendogli di ricevere le cure per il tumore diagnosticato nel 2020.

Attualmente, l’attenzione degli investigatori si sta spostando su un secondo garage, che potrebbe essere collegato al primo e risultare nella disponibilità di un parente di Di Giorgi. Questo nuovo capitolo delle indagini rimane da approfondire, mentre l’ultimo arrestato ha dichiarato di aver trovato l’arma per strada e di averla poi portata a casa.

Cronaca

Lodi | Si barrica in casa con la figlia di 4 mesi: la polizia lo arresta per resistenza e lesioni aggravate

La Polizia di Lodi ha arrestato un cittadino di origine straniera, nato in Italia, di 27 anni, con precedenti per reati contro il patrimonio, per resistenza a pubblico ufficiale e lesioni personali aggravate. L’arresto è avvenuto dopo una violenta lite con la convivente (il 4 settembre), una cittadina italiana di 23 anni.

Dopo il litigio, l’uomo ha minacciato la donna con un coltello e si è barricato nella camera da letto dell’abitazione, situata nel centro storico di Lodi, insieme alla loro figlia di soli 4 mesi. La convivente ha prontamente allertato le autorità.

Gli agenti dell’Ufficio Prevenzione Generale e Soccorso Pubblico e della Squadra Mobile sono intervenuti immediatamente e, constatando la presenza della bambina, hanno fatto irruzione nell’abitazione. L’uomo ha opposto resistenza, scatenando una colluttazione con i poliziotti, che sono riusciti a immobilizzarlo e condurlo presso la Questura.

Informata l’autorità giudiziaria, l’uomo è stato arrestato e trattenuto in attesa del processo per direttissima. Il giudice, durante l’udienza, ha disposto la misura cautelare dell’obbligo di dimora in una comunità fuori dalla città di Lodi.

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Cronaca

Migranti | Morte almeno 44 persone nelle ultime 24 ore in due naufragi nel Mediterraneo Centrale

In un tragico aggiornamento riguardante i naufragi nel Mediterraneo Centrale, almeno 44 persone hanno perso la vita nelle ultime 24 ore in due distinti incidenti avvenuti al largo delle coste libiche e italiane. La notizia è stata comunicata da Medici Senza Frontiere (MSF), che ha anche denunciato le difficoltà crescenti per le operazioni di soccorso in mare.

Secondo l’organizzazione umanitaria, le navi impegnate nelle operazioni di salvataggio, come la Geo Barents, stanno affrontando significativi ostacoli a causa delle restrizioni imposte dal governo italiano. Questi provvedimenti, descritti come vessatori, hanno limitato fortemente la capacità di intervenire tempestivamente e di fornire aiuto ai migranti in difficoltà.

Un drammatico racconto è emerso da uno dei naufragi, dove un superstite, rimasto per tre giorni aggrappato a un barcone capovolto insieme ad altri sei sopravvissuti, è ora assistito dai team di MSF in Sicilia. Questo episodio sottolinea non solo l’urgenza della situazione ma anche le crescenti sfide che le organizzazioni umanitarie affrontano nel tentativo di salvare vite umane in uno dei tratti di mare più pericolosi al mondo.

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Cronaca

Amazzonia | Record di incendi: sono stati 10mila nel 2024

Nel 2024, l’Amazzonia ha raggiunto nuovi e preoccupanti record di incendi. Secondo i dati diffusi dal Wwf e dall’Istituto brasiliano di ricerche spaziali (Inpe), il Brasile ha registrato oltre 110.000 incendi da inizio anno, un aumento drammatico del 76% rispetto allo stesso periodo del 2023 e il numero più alto dal 2010.

Di particolare allerta è il fatto che oltre un terzo di questi incendi ha avuto luogo proprio nella foresta amazzonica, una delle aree ecologicamente più significative del pianeta. Questo numero è il più alto dal 2005 e rappresenta un incremento significativo rispetto all’anno precedente. Il Wwf ha definito la situazione come una “emergenza mondiale”, sottolineando il grave impatto ambientale e le conseguenze per il clima globale.

Questi incendi non solo distruggono la biodiversità unica dell’Amazzonia, ma contribuiscono anche a un aumento delle emissioni di carbonio, aggravando ulteriormente la crisi climatica. La Giornata mondiale d’azione per l’Amazzonia ha messo in luce la necessità urgente di interventi globali e azioni concrete per salvaguardare questo vitale ecosistema.

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