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Scienza e Salute

60 anni Policlinico Gemelli, Mattarella “Punto di riferimento per Paese”

ROMA (ITALPRESS) – Un compleanno speciale quello per i 60 anni del Policlinico Universitario Agostino Gemelli, allietato e onorato da un’udienza concessa dal Presidente della Repubblica Sergio Mattarella. A guidare la delegazione in visita al Quirinale, ricevuta nella Sala di Rappresentanza, sono stati Carlo Fratta Pasini, Presidente della Fondazione Policlinico Universitario Agostino Gemelli IRCCS, Elena Beccalli, Rettrice dell’Università Cattolica, e Marco Elefanti, Direttore Generale della Fondazione Policlinico Universitario Agostino Gemelli IRCCS. Presenti all’udienza Paolo Nusiner, Direttore Generale dell’Università Cattolica, S.E. Mons. Claudio Giuliodori, Assistente Ecclesiastico Generale dell’ateneo, Antonio Gasbarrini, Preside della Facoltà di Medicina e chirurgia Università Cattolica, Giuseppe Fioroni, Vicepresidente dell’Istituto G. Toniolo di Studi Superiori, Enrico Fusi, Segretario generale dell’Istituto G. Toniolo di Studi Superiori, Michele Lenoci, componente del Consiglio di Amministrazione dell’Istituto G. Toniolo di Studi Superiori, insieme a una rappresentanza di medici, ricercatori, operatori sanitari, dipendenti amministrativi, pazienti, associazioni di volontariato, donatori, studenti e specializzandi. “E’ davvero un piacere accogliervi qui nelle varie articolazioni della costellazione che contrassegna un grande Policlinico con al centro la persona del paziente – ha esordito il Presidente Sergio Mattarella -. Non è possibile infatti scindere la considerazione della persona del paziente, da quella della cura, della ricerca scientifica e dell’insegnamento. Che è quanto avviene al Gemelli, che ringraziamo per questo. Anche i numeri sottolineano quanto il Gemelli sia un punto di riferimento prezioso per il nostro Paese. Numeri che dimostrano non solo il contributo offerto dal Gemelli alla salute dei nostri concittadini, ma anche la fiducia che questi vi ripongono. Ed è questa la certificazione più efficace della qualità delle attività svolte. Qualità peraltro ampiamente certificata dai tanti riconoscimenti ottenuti dal Gemelli, sia a livello internazionale che interno. Ma il riconoscimento più efficace è la fiducia che riscuote tra la gente e il fatto di rappresentare un punto di riferimento per i nostri concittadini. Questi 60 anni, trascorsi nella costante crescita dell’attività di questo Policlinico, sono un’occasione per ringraziare a nome della Repubblica il Gemelli per quanto fa per la salute del nostro Paese e l’Università Cattolica con l’Istituto Toniolo per quanto fanno per sostenerlo. Grazie ancora. E’ un piacere farvi gli auguri per i prossimi 60 anni di sempre maggiore crescita”. “Il 10 luglio 1964 prendeva forma il grande sogno di Padre Agostino Gemelli con l’inaugurazione di un Policlinico, parte integrante dell’Ateneo dei cattolici italiani – ha ricordato Elena Beccalli, Rettrice dell’Università Cattolica del Sacro Cuore -. L’idea del Policlinico si sviluppò grazie all’appassionata determinazione del nostro fondatore e dei suoi stretti collaboratori di allora, la Beata Armida Barelli e Giancarlo Brasca, convinti che questa iniziativa avrebbe aggiunto un ulteriore, fondamentale, tassello al progetto educativo dell’università. Se dovessi riassumere l’orizzonte ideale del Policlinico Gemelli, che ho tracciato richiamando alcuni padri ispiratori della nostra azione, sarei propensa a utilizzare quattro termini: persona, cura, dedizione, solidarietà. Nelle attività del Policlinico presupposto imprescindibile è l’avere un’attenzione alla persona nella sua interezza – ha proseguito la professoressa Beccalli-, che si realizza in presenza di una vera e propria vocazione alla cura di medici e operatori sanitari. Tutto ciò deve avvenire, giorno dopo giorno, con quella dedizione che caratterizza coloro che sono al servizio delle istituzioni nell’ottica di contribuire al bene comune. E, allo stesso tempo, nel rispetto della virtù della solidarietà, uno dei cardini della Dottrina sociale della Chiesa, cui il personale sanitario del Gemelli è chiamato a ispirare il lavoro quotidiano per l’edificazione propria e di tutta la società. La solidarietà presidia e difende la vita di tutti, tutelando il diritto a essere curati. In questo senso il Gemelli è un vero e proprio luogo di solidarietà. Signor Presidente, questa occasione è dunque simbolicamente un Suo dono prezioso al personale del Policlinico Gemelli e a tutta la comunità universitaria – ha concluso la Rettrice dell’Università Cattolica, perchè è la conferma dello stretto legame tra l’Ateneo dei cattolici italiani e la Repubblica italiana. Un legame che noi cerchiamo di rafforzare alimentando quella missione sociale e civile che Lei stesso ci ha indicato come prioritaria nel Suo intervento alla cerimonia di inaugurazione dell’anno accademico 2020/2021”. “Ciò che accade ogni giorno nel nostro Policlinico, che Papa Francesco ha definito “la città del dolore e del sollievo”, è un piccolo e faticoso miracolo – afferma Carlo Fratta Pasini, Presidente di Fondazione Policlinico Universitario Agostino Gemelli IRCCS – che continua a ripetersi, nonostante le difficoltà legate alla recente impennata dei costi, lo rendano sempre più difficile e pesante. Ai nostri collaboratori siamo costretti a chiedere sempre maggior dedizione e sforzi, quando non veri e propri sacrifici, che vengono ogni volta accettati con grande senso di responsabilità. E questo perchè i nostri professionisti hanno sempre interpretato la cura e la preoccupazione per i pazienti non tanto come un lavoro, quanto come il senso stesso della propria esistenza. Il nostro Policlinico deve tutto a loro ma può purtroppo ben poco riconoscere e offrire, per la sofferenza economica legata alle tariffe dei DRG ‘congelatè da oltre 12 anni. Ed ecco perchè, il Policlinico Gemelli, nato sessant’anni fa in pieno boom economico, rappresenta oggi un piccolo, quotidiano miracolo sanitario”. A fine udienza il Presidente della Repubblica ha avuto in dono dalle mani del Preside di Medicina Antonio Gasbarrini, a nome di tutta la comunità del Gemelli un camice bianco, quello per la direzione della UOC Italia.(ITALPRESS).

Foto: Ufficio stampa Policlinico Gemelli

Attualità

Terapie digitali e Intelligenza artificiale nella sanità del futuro

Innovazione continua, sanità digitale e terapie digitali sono i pilastri della sanità del Terzo Millennio, resi più solidi dall’intelligenza artificiale e dalla sua capacità di analizzare enormi quantità di dati e di apprendere da essi, rivoluzionando il modo in cui medici e ricercatori possono effettuare diagnosi, decidere e ottimizzare trattamenti e gestione delle malattie. Un nuovo mondo della sanità che, per essere reale, deve dotarsi dei presupposti di tipo normativo, regolatorio e organizzativo. Sono questi i temi oggetto degli Stati Generali della Sanità Digitale e DTx, che si svolgono al Politecnico di Milano.

Un confronto tra governo, politici, rappresentanti delle istituzioni scientifiche e imprenditoriali e del mondo universitario per identificare una strategia comune che ponga le terapie digitali e la sanità digitale al vertice dell’agenda politica del paese.
Tre le macro aree: dati in sanità e il ruolo dell’intelligenza artificiale; le terapie digitali in Italia; le competenze e la formazione dei professionisti per lo sviluppo della sanità digitale.
La sanità digitale è al centro di diversi interventi e investimenti nell’ambito del PNRR e, come emerso dalla ricerca dell’Osservatorio Sanità Digitale del Politecnico di Milano, la spesa ad essa associata è cresciuta del 22% nel 2023, arrivando a quota 2,2 miliardi di euro. Se la sanità digitale avvierà una nuova stagione nella comunicazione tra il cittadino e le strutture della sanità con la possibilità, per le organizzazioni sanitarie, per i clinici e per il paziente, di disporre di molti servizi – dalla cartella informatizzata e condivisa alla sicurezza completa del dato, dalla prenotazione delle prestazioni al monitoraggio delle condizioni del paziente, oltre a molte prestazioni di tipo specialistico.

Anche l’intelligenza artificiale sta trovando margini di applicazione rilevanti: secondo l’ultima rilevazione svolta dall’osservatorio sanità digitale del Politecnico di Milano, tra i medici specialisti e consolidato l’utilizzo di soluzioni per l’analisi di immagini e segnali, a cui il 19% del campione ha fatto un ricorso almeno una volta nell’ultimo anno.
Inoltre il 29% dei medici specialisti ha utilizzato l’IA Generativa per ricercare informazioni scientifiche, un dato triplicato rispetto alla rilevazione del 2023.
Da parte loro, le terapie digitali rappresentano davvero la nuova era nella quale gli interventi terapeutici per molte patologie sono guidati da software basati su evidenze scientifiche frutto di sperimentazioni cliniche rigorose che, rendendo possibili percorsi di cura basati su interventi cognitivo-comportamentali personalizzati sui singoli pazienti, migliorano enormemente gli esiti clinici relativi ad un ampio spettro di patologie.

Dalle malattie croniche come il diabete, all’asma o all’ipertensione, dalle malattie mentali alle dipendenze (che rappresentano ad oggi i veri ambiti di patologia in cui le prime Dx sono state sviluppate, testate ed autorizzate), fino alla possibilità di incidere in modo determinante anche nei percorsi riabilitativi; solo per citare alcuni degli ambiti sanitari nei quali le terapie digitali possono potenziare le risposte terapeutiche. Secondo l’Osservatorio Life Science Innovation del Politecnico di Milano, sono 93 il numero di DTx attualmente disponibili in vari paesi (Germania, Francia, Regno Unito e USA) e le aree terapeutiche maggiormente interessate sono la psichiatria (37%), l’endocrinologia (14%), la reumatologia (10%), e l’oncologia (10%).
Secondo uno studio dell’Osservatorio Lite Science Innovation del Politecnico di Milano è rilevabile un notevole interesse dei pazienti italiani rispetto alle DTx: il 65% si dichiara infatti disposto ad utilizzare una terapia digitale proposta dal medico curante e circa la metà dei medici specialisti e dei medici di medicina generale sarebbe disposto a prescriverle se ne avesse possibilità.

Tra i principali benefici riconosciuti emerge la possibilità di avere a disposizione un maggior numero di dati sia su supporto delle attività di ricerca clinica (68%) Sia per prendere decisioni (65%).
Il ministro della salute Orazio Schillaci ha affermato che “la digitalizzazione deve essere uno strumento per diminuire le differenze, troppe, che ancora ci sono nella nostra Nazione, e non per aumentarle. Al contempo sappiamo di dover assicurare la sostenibilità futura del nostro sistema d’assistenza, anche in relazione al progressivo invecchiamento della popolazione”.
Sul fronte delle opportunità offerte alle terapie digitali, il ministro ha parlato di “rivoluzione culturale”. “E’ importante parlarne, bisogna avere un dibattito sempre più ampio e aperto. Un dibattito che dovrà arrivare a coinvolgere i cittadini, che devono diventare i protagonisti di questa nuova sanità digitale”, ha concluso.

“Dobbiamo riconoscere che ad oggi sanità digitale e terapie digitali mancano ancora di un quadro chiaro di riferimento sul piano delle norme e delle procedure dal punto di vista scientifico e regolatorio – ha sottolineato Simona Loizzo, presidente dell’Intergruppo Parlamentare Sanità Digitale e Terapie Digitali -. E’ quindi compito della politica intervenire per recuperare il ritardo rispetto agli altri paesi che già si stanno muovendo in modo organico. Per questa ragione, come Intergruppo, abbiamo presentato una proposta di legge per definire gli ambiti d’uso delle terapie digitali e istituire organismi di valutazione e monitoraggio”.
Il Politecnico di Milano, attraverso i suoi Dipartimenti, Laboratori e Osservatori, ha costruito in questi ultimi anni un patrimonio di conoscenze, dati e informazioni che saranno determinanti per orientare la sistematizzazione e il miglior sfruttamento di queste discipline in quella che sarà la sanità del Terzo Millennio. Gli esiti dei tavoli di lavoro che hanno visto il confronto degli esperti e gli elementi di proposta emersi nel corso della sessione plenaria confluiranno in un documento di sintesi che sarà consegnato al Ministro della Salute, ai Presidenti del Senato e della Camera, oltre che ai Presidenti delle regioni.

– Foto xh7/Italpress –

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Curiosità

Dieta Chetogenica: Rischi, Benefici e Studi

La dieta chetogenica, nota anche come keto diet, è spesso utilizzata per perdere peso rapidamente e per gestire il diabete. Tuttavia, la sua adozione prolungata può comportare seri rischi per la salute, tra cui problemi metabolici e carenze nutrizionali. Nonostante queste preoccupazioni, recenti ricerche suggeriscono che, se seguita per brevi periodi, la dieta chetogenica possa offrire benefici significativi per alcuni disturbi mentali e neurologici.

Principi della Dieta Chetogenica

La dieta chetogenica si basa su un’alimentazione ad altissimo contenuto di grassi e bassissimo contenuto di carboidrati, con una moderata assunzione di proteine. Il principale meccanismo alla base di questo regime alimentare è la chetosi, uno stato metabolico in cui il corpo, in seguito alla riduzione drastica dei carboidrati, comincia a produrre chetoni dal fegato a partire dai grassi. Questi chetoni diventano la principale fonte di energia, sostituendo il glucosio.

Composizione e Alimenti Consigliati

La dieta chetogenica prevede un consumo quotidiano di carboidrati limitato a meno di 50 grammi, mentre i grassi possono costituire fino all’80% delle calorie totali. Gli alimenti tipici includono carni, pesce, uova, latticini grassi, frutta secca, semi e verdure a basso contenuto di carboidrati, come spinaci, broccoli e zucchine. I cibi ricchi di zuccheri e amidi, come frutta e salse industriali, sono da evitare.

Rischi della Dieta Chetogenica

Nonostante la popolarità della keto diet, essa comporta diversi rischi potenziali. Un apporto elevato di grassi può portare a problemi di colesterolo e a complicazioni cardiovascolari. Inoltre, una dieta così restrittiva può causare carenze nutrizionali, disidratazione e perdita di massa muscolare. Tra gli effetti collaterali comuni vi sono ipoglicemia, disturbi gastrointestinali, e aumento del rischio di calcoli renali a causa della produzione eccessiva di chetoni.

Implicazioni per la Salute Mentale e Neurologica

Recenti studi suggeriscono che la dieta chetogenica possa avere effetti positivi su alcune condizioni neurologiche e psichiatriche. Ad esempio, la dieta potrebbe aiutare a gestire la schizofrenia, i disturbi dell’umore e le crisi epilettiche. La sua capacità di migliorare il controllo glicemico e aumentare la sensibilità all’insulina può avere impatti positivi sul benessere mentale e sulla funzione cerebrale.

Studi Recenti e Approcci Alternativi

La ricerca della University of Texas ha rivelato che una dieta chetogenica a lungo termine potrebbe accelerare l’invecchiamento cellulare, influendo negativamente su cuore e reni. Tuttavia, la dieta chetogenica intermittente, che prevede pause e monitoraggi regolari, sembra evitare questi effetti negativi, offrendo un modo per ottenere i benefici senza compromettere la salute a lungo termine.

Inoltre, studi pilota hanno mostrato che la dieta chetogenica può essere efficace nel migliorare la salute mentale nei pazienti con malattie gravi come la schizofrenia e il disturbo bipolare. La riduzione dell’eccitabilità neuronale associata alla dieta potrebbe contribuire a una minore frequenza e intensità delle crisi epilettiche.

La dieta chetogenica presenta un quadro complesso di rischi e benefici. Mentre può offrire vantaggi significativi in breve termine, soprattutto per alcune condizioni neurologiche, è fondamentale adottarla sotto stretto controllo medico e con una supervisione professionale. Gli effetti potenzialmente dannosi della dieta a lungo termine richiedono attenzione e una gestione accurata per evitare complicazioni.

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Scienza e Salute

La Nomofobia: Il Timore di restare “senza cellulare”

La nomofobia è un fenomeno psicologico crescente che si riferisce alla paura intensa e persistente di rimanere disconnessi dalla rete del cellulare. Il termine, coniato da uno studio britannico, deriva dalla combinazione di “no-mobile” e riflette un’ansia diffusa tra gli utenti di smartphone riguardo alla perdita di connessione.

Cos’è la Nomofobia?

La nomofobia si manifesta quando le persone avvertono angoscia o ansia significativa in seguito a situazioni che comportano la perdita di accesso al cellulare. Questo può avvenire per vari motivi, tra cui:

  • Perdita del Dispositivo: La sensazione di panico che si prova quando si smarrisce il proprio smartphone.
  • Assenza di Copertura di Rete: Il disagio causato dalla mancanza di segnale telefonico.
  • Esaurimento del Credito: L’ansia derivante dal non avere fondi sufficienti per utilizzare il telefono.
  • Batteria Scarica: La preoccupazione quando il telefono si scarica completamente.

Prevalenza e Demografia

Secondo una ricerca condotta da YouGov, circa il 53% degli utenti di smartphone ha manifestato sintomi di nomofobia. La fobia colpisce prevalentemente gli uomini (58%) rispetto alle donne (42%), mostrando come la dipendenza dalla tecnologia possa variare tra i generi.

L’Impatto della Tecnologia sulla Vita Quotidiana

L’ascesa degli smartphone e la loro penetrazione sempre più profonda nella nostra vita quotidiana hanno contribuito all’emergere di questa nuova forma di ansia. La connessione costante e la possibilità di accesso immediato alle informazioni hanno creato una dipendenza che va oltre il semplice uso del dispositivo, influenzando il benessere psicologico di molte persone.

Affrontare la Nomofobia

Per chi soffre di nomofobia, è importante riconoscere il problema e cercare soluzioni. Alcuni approcci utili possono includere:

  • Consapevolezza Digitale: Praticare momenti di disconnessione consapevole per ridurre l’ansia.
  • Gestione delle Emergenze: Tenere a disposizione batterie di riserva e piani per la perdita di segnale.
  • Supporto Psicologico: Rivolgersi a professionisti per trattamenti specifici che aiutano a gestire l’ansia associata alla disconnessione.

La nomofobia è un riflesso di come la tecnologia moderna può influenzare la nostra psiche. Comprendere e affrontare questa ansia è fondamentale per mantenere un equilibrio sano tra vita digitale e reale.

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