Calabria

Reggio Calabria | Accuse ribadite anche in Corte d’Appello a carico degli imputati del maxi processo “Epicentro”

Nel processo d’appello del maxi procedimento “Epicentro”, condotto dalla Direzione Distrettuale Antimafia, le accuse contro gli imputati sono state ribadite, infliggendo così un duro colpo alle principali cosche del mandamento “Città”. Come parte della requisitoria, recentemente conclusa, è stata depositata una dettagliata e analitica memoria della Procura Generale, firmata dal procuratore aggiunto Walter Ignazitto, dai sostituti antimafia Giovanni Calamita e Francesco Tedesco, e dal procuratore generale Gerardo Dominijanni, allo scopo di rafforzare il già pesante quadro d’accusa.

Nel troncone processuale con rito abbreviato, il reato principale rimane l’associazione mafiosa. Le ordinanze custodiali emesse dal Gip, in seguito alle indagini denominate “Malefix”, “Metameria” e “Nuovo Corso”, mettono in luce numerose sentenze, anche passate in giudicato, che nel corso degli ultimi decenni hanno confermato l’operatività delle cosche di ‘ndrangheta nel territorio reggino, tra cui le famiglie De Stefano-Tegano, Libri, Condello, Fontana, Saraceno, Barreca, Zito, Bertuca, Rugolino, Ficara e Latella.

In questa sede, è sufficiente ribadire che il presente procedimento ha confermato definitivamente, nell’ottica dell’ormai riconosciuta unità della ‘ndrangheta, l’esistenza di una federazione tra le famiglie mafiose reggine, tutte subordinate al predominio del gruppo di Archi. Queste varie articolazioni ndranghetistiche, in particolare del mandamento di Reggio Centro, pur conservando autonomia operativa, agiscono in stretta connessione tra di loro, riconoscendo una speciale autorevolezza e capacità decisionale alle ndrine arcote.

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