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Cronaca

Torino | Baby gang detta legge in città con violenze sessuali, rapine e pestaggi

Un caso di violenza sessuale su una ragazza di 16 anni. Poi una serie di crimini che includono rapine ai ragazzi per pochi soldi per strada, furti in casa, aggressioni al personale dei mezzi pubblici, di solito dopo essere stati trovati senza biglietto a bordo dei mezzi, e possesso di droga. Questo è quello che ha fatto una baby gang nel Torinese. Ora 4 ragazzi sono in guai. I fatti contestati, che vanno da settembre 2023 a febbraio 2024, ricordano molto il film “Arancia meccanica” di Stanley Kubrick. Secondo la ricostruzione dei carabinieri della stazione di Cuorgnè, paese in cui si sono verificati la maggior parte degli episodi (anche se ci sono stati casi anche nei comuni circostanti), la baby gang era composta da quattro nordafricani tutti residenti nel paese: due 17enni, considerati i più spietati, che sono stati arrestati e trasferiti nel carcere minorile di Torino a fine marzo 2023, e due 21enni, per i quali è stato disposto l’obbligo di dimora nel comune di residenza con divieto di uscita notturna. Ai sospetti sono stati contestati vari reati, tra cui rapina aggravata, lesioni personali in concorso, calunnia aggravata e violenza sessuale.

Una ragazza di 16 anni minacciata e violentata

Uno dei minori del gruppo è fortemente indiziato di violenza sessuale, avvenuta alla fine di novembre scorso a Rivarolo Canavese. Secondo la ricostruzione degli investigatori, il giovane, armato di coltello, dopo aver rapinato un coetaneo del suo telefono cellulare, si sarebbe rivolto a una ragazza di 16 anni. Dopo il suo rifiuto di seguirlo, l’avrebbe trascinata in un luogo appartato sotto la minaccia del coltello e lì l’avrebbe costretta a subire un rapporto sessuale dopo aver tentato di stuprarla, senza riuscirci. Inizialmente la ragazza aveva avvertito le amiche tramite il cellulare delle intenzioni del ragazzo, ma poi non aveva presentato denuncia.

Una brutale aggressione in strada

Uno degli episodi più gravi attribuiti alla banda risale a metà ottobre scorso in piazza Martiri a Cuorgnè. I quattro sono accusati di aver rapinato brutalmente un ragazzo di 16 anni per strada, picchiandolo violentemente per rubargli una macchinetta per tatuaggi, un telefono cellulare e 15 euro. La scena è stata ripresa dalle telecamere di sorveglianza locali, che hanno permesso ai carabinieri di identificarli. In questo caso sembra che tutti e quattro abbiano agito insieme.

Coltello alla gola di un ragazzo

Nella stessa serata dell’episodio di violenza sessuale, un altro episodio è avvenuto in via Gallo Pecca a Rivarolo Canavese. Un ragazzo è stato rapinato da un coetaneo che gli ha puntato un coltello alla gola per rubargli il telefono cellulare. In questo caso uno dei due 17enni ha agito da solo, avvicinandosi a un gruppo di ragazzi e minacciandone uno, che aveva commesso l’errore di fidarsi di lui e avvicinarsi. I carabinieri sono intervenuti e lo hanno arrestato in flagranza di reato.

A metà settembre 2024 a Cuorgnè, i due 17enni e un 21enne hanno commesso un altro atto di violenza: hanno picchiato brutalmente un uomo di 36 anni nel suo appartamento. Gli hanno rubato il telefono cellulare e 100 euro. Per fuggire, lo hanno preso a calci e pugni. Sono stati identificati a novembre, dopo che la vittima li ha riconosciuti in foto.

La rapina al supermercato

All’inizio di novembre scorso, uno dei due 17enni ha commesso anche una rapina al supermercato Pam in corso Indipendenza a Rivarolo Canavese. Dopo aver rubato prodotti alimentari, il giovane è uscito senza pagare. Dopo aver incrociato l’addetto all’antitaccheggio, lo ha spinto facendolo cadere. È stato bloccato e denunciato poco dopo.

Le aggressioni al personale sui bus

Il 21 febbraio 2023 a Salto di Cuorgnè, uno dei due 17enni ha aggredito un autista della ditta Vi-Mu, che gestisce il servizio per conto di Gtt su alcune linee. Un anno dopo, il 20 febbraio 2024, lo stesso ragazzo ha ripetuto l’aggressione: colto senza biglietto, ha picchiato il conducente della linea Gtt Pont Canavese-Rivarolo Canavese.

Cronaca

Padova | Scoperta frode sul Reddito di Cittadinanza

GdF Padova

Un’importante operazione della Guardia di Finanza di Padova ha portato alla luce un caso di indebita percezione del reddito di cittadinanza, con un ammontare di oltre 130.000 euro. I militari, in collaborazione con l’INPS, hanno avviato indagini su diversi residenti dell’Alta padovana che, tra il 2021 e il 2023, hanno usufruito di questo sostegno economico.

Le indagini hanno rivelato irregolarità significative, tra cui la mancata comunicazione di informazioni cruciali necessarie per la corretta erogazione del beneficio. In alcuni casi, è emerso il possesso di beni di valore, come autoveicoli di grossa cilindrata, che avrebbero dovuto essere dichiarati.

Di conseguenza, 17 individui sono stati segnalati alla Procura di Padova per possibili violazioni. L’operazione sottolinea l’impegno della Guardia di Finanza nel monitorare l’uso delle risorse pubbliche e combattere le frodi ai danni dei cittadini bisognosi. Si precisa che gli indagati sono presunti innocenti fino a eventuale condanna definitiva.

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Calabria

Calabria | ‘Ndrangheta: Operazione nel crotonese, 31 misure

I Carabinieri del Comando provinciale di Crotone, supportati da unità provenienti da altre province calabresi, hanno eseguito un’operazione di vasta portata che ha portato all’arresto di 31 individui legati a cosche mafiose del territorio. Il provvedimento, richiesto dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Catanzaro e convalidato dal Gip, prevede 15 custodie in carcere, 7 arresti domiciliari e 9 obblighi di dimora.

Le indagini sono iniziate dopo un episodio estorsivo ai danni di un imprenditore di Cutro, rivelando una rete complessa di attività illegali tra cui estorsione, usura e traffico di stupefacenti. Questo scenario si è delineato dopo l’arresto del boss Nicolino Grande Aracri e ha messo in luce la rivalità tra la famiglia Martino, già legata a Grande Aracri, e un’altra cosca locale.

L’inchiesta, condotta attraverso intercettazioni e attività di osservazione, ha fatto emergere la capacità della famiglia Martino di esercitare il controllo sul territorio mediante intimidazioni, estorsioni e traffico di droga. Inoltre, i militari hanno documentato la disponibilità di armi da parte degli indagati, confermando l’operatività dell’associazione mafiosa in questione.

La scoperta di danneggiamenti a veicoli appartenenti a membri di spicco della famiglia Martino ha fornito ulteriori elementi per comprendere le dinamiche interne e le relazioni tra le varie cosche della provincia. Questo intervento dei Carabinieri rappresenta un importante passo avanti nella lotta contro la criminalità organizzata nella regione.

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Cronaca

Barletta Andria Trani | Indagine “Raptor”, 6 misure cautelari

Questa mattina, un’operazione coordinata dai Carabinieri del Comando Provinciale di Barletta-Andria-Trani ha portato all’arresto di sei persone accusate di associazione a delinquere, rapina, furto e riciclaggio. L’intervento, che ha visto la partecipazione di 50 militari supportati da unità specializzate, è stato effettuato in diverse località, tra cui Andria, e ha portato all’esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare emessa dal GIP del Tribunale di Trani.

L’inchiesta, denominata “Raptor”, è stata avviata tra dicembre 2023 e marzo 2024, e si è concentrata su reati predatori che coinvolgevano beni di valore, come macchinari e attrezzature pesanti. Gli indagati, tutti residenti ad Andria, avrebbero operato come un’associazione ben strutturata, dotata di armi e mezzi per inibire le comunicazioni, e avrebbero messo a segno vari furti e rapine, estendendo le loro attività anche a Matera e San Benedetto del Tronto.

Le indagini hanno utilizzato una combinazione di tecniche, tra cui intercettazioni telefoniche e ambientali, monitoraggio di veicoli e osservazione diretta. Questa operazione ha permesso di documentare l’esistenza dell’associazione e di decifrare il linguaggio criptico utilizzato dai membri per comunicare. Terminologie specifiche erano impiegate per riferirsi a strumenti e azioni legate ai loro crimini, il che ha contribuito a delineare chiaramente le loro operazioni illecite.

Tra le accuse, si segnala una rapina in un’azienda di trasporti ad Andria, durante la quale gli arrestati avrebbero minacciato il custode per appropriarsi di denaro. Inoltre, sono stati effettuati furti in diverse località, con un valore complessivo di circa 400.000 euro in beni rubati, tutti recuperati e restituiti ai legittimi proprietari.

Questo intervento evidenzia l’impegno costante delle forze dell’ordine nel contrastare i reati predatori e garantire la sicurezza nelle comunità locali. Le indagini sono ancora in corso e i responsabili dovranno affrontare il processo per stabilire la loro colpevolezza in merito ai reati contestati, in un contesto di pieno rispetto del diritto alla difesa.

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