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Cronaca

Ottaviano (NA) | Morta Rosetta Cutolo, sorella del boss Raffaele, una delle prime “Lady Camorra”.

Rosetta Cutolo, la sorella maggiore del defunto boss Raffaele Cutolo della Nuova Camorra Organizzata, è scomparsa all’età di 86 anni. Raffaele Cutolo è deceduto nel 2021. Nata Domenica Rosa, Rosetta Cutolo è stata per anni la custode dei segreti e delle risorse finanziarie del suo fratello, mentre questi era detenuto. Dopo l’arresto del boss nel 1979, è stata lei a guidare il clan. Ancora oggi, Rosetta è considerata una delle figure femminili più temute nell’ambiente camorristico.

Durante il periodo in cui ha gestito il clan, Rosetta ha vissuto a Ottaviano, nel Palazzo Mediceo, un edificio risalente al XVI secolo, con 50 camere e un ampio parco. In questa residenza, si occupava della contabilità delle estorsioni effettuate dai capozona e forniva supporto, soprattutto dal punto di vista finanziario, alle famiglie dei membri detenuti.

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Conosciuta anche come “Rosetta ‘e monache,” è riuscita a sfuggire all’arresto in diverse occasioni. La prima fuga è avvenuta nel 1981, quando ha iniziato una lunga latitanza grazie all’aiuto del sacerdote don Giuseppe Romano, confessore della famiglia e di altri affiliati alla NCO. La seconda fuga è avvenuta nel 1990, quando è riuscita a scappare poco prima di un blitz delle forze dell’ordine. Nel 1993, si è consegnata alle autorità per scontare una condanna definitiva di quasi 10 anni di carcere per associazione mafiosa. È stata rilasciata nel 1999 e da allora non ha mai lasciato la sua casa di Ottaviano. Ha anche avuto cura della nipote, figlia di Raffaele, nata nel 2007 tramite inseminazione assistita, mentre il padre scontava già 14 ergastoli.

Raffaele Cutolo, noto come “O’ Professore e’ Vesuviano,” ha trascorso gran parte della sua vita in carcere, da dove ha continuato a gestire le sue attività criminali. La sua principale tramite era proprio sua sorella, con cui aveva un rapporto speciale basato sulla fiducia reciproca. Questo ruolo l’ha resa una delle donne più temute nell’ambiente camorristico. Si è accertato che, una volta rilasciati, gli ex detenuti affiliati inviassero una quota in denaro chiamata “un fiore” a Rosetta Cutolo, contribuendo alle risorse finanziarie dell’organizzazione camorristica.

Raffaele Cutolo O’ Professore

È interessante notare che nel film “Il camorrista” di Giuseppe Tornatore, il personaggio di Rosaria, interpretato da Laura del Sol, è chiaramente ispirato a Rosetta Cutolo. Il film era basato sull’omonimo libro di Joe Marrazzo, che è riuscito a intervistare il boss durante una pausa in un processo.

Cronaca

Padova | Scoperta frode sul Reddito di Cittadinanza

GdF Padova

Un’importante operazione della Guardia di Finanza di Padova ha portato alla luce un caso di indebita percezione del reddito di cittadinanza, con un ammontare di oltre 130.000 euro. I militari, in collaborazione con l’INPS, hanno avviato indagini su diversi residenti dell’Alta padovana che, tra il 2021 e il 2023, hanno usufruito di questo sostegno economico.

Le indagini hanno rivelato irregolarità significative, tra cui la mancata comunicazione di informazioni cruciali necessarie per la corretta erogazione del beneficio. In alcuni casi, è emerso il possesso di beni di valore, come autoveicoli di grossa cilindrata, che avrebbero dovuto essere dichiarati.

Di conseguenza, 17 individui sono stati segnalati alla Procura di Padova per possibili violazioni. L’operazione sottolinea l’impegno della Guardia di Finanza nel monitorare l’uso delle risorse pubbliche e combattere le frodi ai danni dei cittadini bisognosi. Si precisa che gli indagati sono presunti innocenti fino a eventuale condanna definitiva.

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Calabria

Calabria | ‘Ndrangheta: Operazione nel crotonese, 31 misure

I Carabinieri del Comando provinciale di Crotone, supportati da unità provenienti da altre province calabresi, hanno eseguito un’operazione di vasta portata che ha portato all’arresto di 31 individui legati a cosche mafiose del territorio. Il provvedimento, richiesto dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Catanzaro e convalidato dal Gip, prevede 15 custodie in carcere, 7 arresti domiciliari e 9 obblighi di dimora.

Le indagini sono iniziate dopo un episodio estorsivo ai danni di un imprenditore di Cutro, rivelando una rete complessa di attività illegali tra cui estorsione, usura e traffico di stupefacenti. Questo scenario si è delineato dopo l’arresto del boss Nicolino Grande Aracri e ha messo in luce la rivalità tra la famiglia Martino, già legata a Grande Aracri, e un’altra cosca locale.

L’inchiesta, condotta attraverso intercettazioni e attività di osservazione, ha fatto emergere la capacità della famiglia Martino di esercitare il controllo sul territorio mediante intimidazioni, estorsioni e traffico di droga. Inoltre, i militari hanno documentato la disponibilità di armi da parte degli indagati, confermando l’operatività dell’associazione mafiosa in questione.

La scoperta di danneggiamenti a veicoli appartenenti a membri di spicco della famiglia Martino ha fornito ulteriori elementi per comprendere le dinamiche interne e le relazioni tra le varie cosche della provincia. Questo intervento dei Carabinieri rappresenta un importante passo avanti nella lotta contro la criminalità organizzata nella regione.

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Cronaca

Barletta Andria Trani | Indagine “Raptor”, 6 misure cautelari

Questa mattina, un’operazione coordinata dai Carabinieri del Comando Provinciale di Barletta-Andria-Trani ha portato all’arresto di sei persone accusate di associazione a delinquere, rapina, furto e riciclaggio. L’intervento, che ha visto la partecipazione di 50 militari supportati da unità specializzate, è stato effettuato in diverse località, tra cui Andria, e ha portato all’esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare emessa dal GIP del Tribunale di Trani.

L’inchiesta, denominata “Raptor”, è stata avviata tra dicembre 2023 e marzo 2024, e si è concentrata su reati predatori che coinvolgevano beni di valore, come macchinari e attrezzature pesanti. Gli indagati, tutti residenti ad Andria, avrebbero operato come un’associazione ben strutturata, dotata di armi e mezzi per inibire le comunicazioni, e avrebbero messo a segno vari furti e rapine, estendendo le loro attività anche a Matera e San Benedetto del Tronto.

Le indagini hanno utilizzato una combinazione di tecniche, tra cui intercettazioni telefoniche e ambientali, monitoraggio di veicoli e osservazione diretta. Questa operazione ha permesso di documentare l’esistenza dell’associazione e di decifrare il linguaggio criptico utilizzato dai membri per comunicare. Terminologie specifiche erano impiegate per riferirsi a strumenti e azioni legate ai loro crimini, il che ha contribuito a delineare chiaramente le loro operazioni illecite.

Tra le accuse, si segnala una rapina in un’azienda di trasporti ad Andria, durante la quale gli arrestati avrebbero minacciato il custode per appropriarsi di denaro. Inoltre, sono stati effettuati furti in diverse località, con un valore complessivo di circa 400.000 euro in beni rubati, tutti recuperati e restituiti ai legittimi proprietari.

Questo intervento evidenzia l’impegno costante delle forze dell’ordine nel contrastare i reati predatori e garantire la sicurezza nelle comunità locali. Le indagini sono ancora in corso e i responsabili dovranno affrontare il processo per stabilire la loro colpevolezza in merito ai reati contestati, in un contesto di pieno rispetto del diritto alla difesa.

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