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Calabria

Reggio Calabria | Truffata donna 62enne: fingevano incidente causato dal figlio chiedendole somme di denaro


Nel contesto di una vasta operazione condotta dalla Polizia di Stato per contrastare le frodi rivolte a vittime vulnerabili nel territorio reggino, documentate dalle numerose segnalazioni pervenute al numero di emergenza 112 NUE, gli agenti della Squadra Mobile di Reggio Calabria, con il supporto della Polizia Stradale di Sala Consilina, hanno denunciato due donne provenienti dalla Campania, identificate come autrici materiali, insieme ad altri complici non identificati, di una frode aggravata ai danni di una donna di 62 anni residente in città.

Il modus operandi delle truffatrici seguiva uno schema consolidato: dopo aver contattato telefonicamente la vittima, fingendo un incidente stradale causato dal figlio, chiedevano denaro o gioielli per evitare un’eventuale carcerazione. In questo caso, le truffatrici hanno contattato la vittima sia tramite il telefono fisso di casa, fingendo di essere un fittizio maresciallo dei carabinieri, sia tramite il cellulare, presentandosi come il presunto legale della vittima coinvolta nell’incidente stradale e proponendo un risarcimento in denaro o gioielli. La donna ha consegnato loro 4.100 euro in contanti e gioielli del peso di 350 grammi quando una delle truffatrici si è recata presso la sua abitazione.

Fortunatamente, il marito della vittima ha interrotto la telefonata rendendosi conto dell’inganno e ha immediatamente contattato le autorità. Grazie alla segnalazione tempestiva al 112 NUE, la Squadra Mobile ha individuato l’auto delle due donne, che è stata poi fermata da una pattuglia della Polizia Stradale di Sala Consilina. A bordo del veicolo sono stati trovati i gioielli in oro e il denaro precedentemente consegnati dalla vittima, che sono stati restituiti ai legittimi proprietari.

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Procura di Castrovillari | Bergamini, il calciatore del Cosenza morto nel 1989, chiesti 23 anni di reclusione per l’ex fidanzata

I pubblici ministeri della Procura di Castrovillari hanno chiesto una condanna a 23 anni di reclusione per Isabella Internò, l’ex fidanzata di Donato Denis Bergamini, il calciatore del Cosenza tragicamente scomparso il 18 novembre 1989 lungo la statale 106 a Roseto Capo Spulico. La donna è accusata di omicidio volontario in concorso con ignoti e il caso è attualmente sotto esame presso la Corte d’Assise di Cosenza.

La richiesta di condanna è stata presentata dal pm Luca Primicerio, supportato dal procuratore di Castrovillari, Alessandro D’Alessio, al termine di una requisitoria che ha avuto inizio ieri. È importante notare che Isabella Internò non era presente in aula durante la formulazione della richiesta. La vicenda, avvolta da un lungo mistero e controversie, continua a suscitare grande interesse e attenzione da parte dell’opinione pubblica e dei media.

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Cutro (KR) | Accusato di aggressione sessuale era ricercato in Inghilterra, arrestato iracheno

Un cittadino iracheno di 49 anni, residente a Cutro, è stato arrestato dalla Squadra Mobile della Questura di Crotone, poiché ricercato a livello internazionale per reati di aggressione e violenza sessuale. Le accuse risalgono a episodi avvenuti nel 2018 e nel 2019 in Inghilterra, in particolare a Liverpool e Loughborough, dove l’uomo sarebbe stato responsabile di aggressioni nei confronti di due donne.

La cattura è avvenuta a seguito di una segnalazione da parte del Servizio per la Cooperazione Internazionale di Polizia, che ha attivato le indagini necessarie. Grazie a un’attenta attività investigativa, gli agenti sono riusciti a rintracciare l’individuo, che aveva recentemente fatto ingresso in Italia viaggiando in autobus. L’arresto rappresenta un’importante operazione per la sicurezza e il contrasto alla criminalità internazionale, dimostrando l’efficacia della cooperazione tra le forze di polizia nazionali e internazionali.

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Calabria | ‘Ndrangheta: Operazione nel crotonese, 31 misure

I Carabinieri del Comando provinciale di Crotone, supportati da unità provenienti da altre province calabresi, hanno eseguito un’operazione di vasta portata che ha portato all’arresto di 31 individui legati a cosche mafiose del territorio. Il provvedimento, richiesto dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Catanzaro e convalidato dal Gip, prevede 15 custodie in carcere, 7 arresti domiciliari e 9 obblighi di dimora.

Le indagini sono iniziate dopo un episodio estorsivo ai danni di un imprenditore di Cutro, rivelando una rete complessa di attività illegali tra cui estorsione, usura e traffico di stupefacenti. Questo scenario si è delineato dopo l’arresto del boss Nicolino Grande Aracri e ha messo in luce la rivalità tra la famiglia Martino, già legata a Grande Aracri, e un’altra cosca locale.

L’inchiesta, condotta attraverso intercettazioni e attività di osservazione, ha fatto emergere la capacità della famiglia Martino di esercitare il controllo sul territorio mediante intimidazioni, estorsioni e traffico di droga. Inoltre, i militari hanno documentato la disponibilità di armi da parte degli indagati, confermando l’operatività dell’associazione mafiosa in questione.

La scoperta di danneggiamenti a veicoli appartenenti a membri di spicco della famiglia Martino ha fornito ulteriori elementi per comprendere le dinamiche interne e le relazioni tra le varie cosche della provincia. Questo intervento dei Carabinieri rappresenta un importante passo avanti nella lotta contro la criminalità organizzata nella regione.

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