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Cronaca

Ancona | Matteo Concetti morto in carcere, aperto un fascicolo per istigazione al suicidio

La Procura di Ancona ha avviato un’inchiesta per istigazione al suicidio in relazione al decesso di Matteo Concetti, un 25enne originario del Fermano, trovato morto nella cella di isolamento del carcere di Montacuto il 5 gennaio scorso. La madre del giovane ha presentato un esposto ai carabinieri di Rieti, dove risiede, e il procuratore Marco Pucilli ha aperto il fascicolo contro ignoti. Inoltre, è stato disposto il sequestro della salma.

L’autopsia, presumibilmente eseguita venerdì 12 gennaio dal medico legale Raffaele Giorgetti, sarà determinante per approfondire le circostanze della morte di Concetti. La Procura, analizzando la documentazione giudiziaria del giovane, comprese le cartelle cliniche e i dettagli sul trasferimento dal carcere di Fermo ad Ancona, cercherà di stabilire se il detenuto presentasse una patologia psichiatrica così grave da rendere incompatibile la sua detenzione in carcere.

Sinistra Italiana delle Marche ha espresso la sua solidarietà alla famiglia del giovane detenuto, sottolineando le minacce di suicidio da lui proferite il giorno precedente al tragico evento. La senatrice Ilaria Cucchi e attivisti del partito hanno dimostrato vicinanza alla famiglia presso la camera mortuaria, enfatizzando l’importanza di considerare la salute e la vita di un detenuto come più di un semplice numero nel 2024.

La madre del detenuto suicida: ‘Lo Stato me lo ha ammazzato’

“Mamma, devi tirarmi fuori di qui. Non ce la faccio più. Chiamare Ilaria Cucchi, sto vivendo la stessa fine di Stefano”. Queste sono le parole disperate di Matteo Concetti, 25 anni, al telefono con sua madre, Roberta Faraglia, poco prima del suo suicidio nella cella di isolamento del carcere di Ancona. La madre ha dichiarato che se solo avesse ascoltato suo figlio quindici giorni fa, forse avrebbe potuto portarlo via dall’inferno dove è stato tragicoamente perso.

Matteo, affetto da un disturbo psichiatrico confermato, era bipolare, e secondo sua madre, la detenzione in carcere, soprattutto in isolamento, non era adatta a lui, data la sua condizione e la mancanza di sorveglianza. Nel loro ultimo incontro, Matteo aveva esposto il timore di impiccarsi se fosse stato riportato in isolamento, ma le richieste d’aiuto della madre sono rimaste inascoltate, conducendo alla tragedia.

Roberta Faraglia ha implorato le guardie di non lasciare suo figlio solo e ha cercato aiuto da personale sanitario e legali, ma tutte le richieste sono state respinte. Ha anche raccontato di aver portato cibo per suo figlio, ma non le è stato permesso di consegnarglielo per motivi di sicurezza. Ora, la madre intende denunciare il carcere e lo Stato per non aver fornito il necessario supporto, attribuendo loro la responsabilità della morte di suo figlio.

Calabria

Crotone | 31 arresti per associazione mafiosa, estorsione e traffico di droga

I Carabinieri del Comando Provinciale di Crotone, con il supporto delle unità di Catanzaro, Vibo Valentia, Cosenza e dello Squadrone Eliportato Cacciatori di Calabria, hanno eseguito un’importante operazione contro la criminalità organizzata, portando all’arresto di 31 persone. L’operazione è stata condotta sulla base di un provvedimento cautelare emesso dal G.I.P. presso il Tribunale di Catanzaro, su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia (DDA).

Le persone arrestate sono accusate, a vario titolo, di “associazione per delinquere di tipo mafioso”, “estorsione”, “usura”, “danneggiamento”, “traffico di stupefacenti” e reati legati al possesso e uso di armi e sostanze esplodenti. Per 15 degli indagati è stata disposta la custodia in carcere, per 7 gli arresti domiciliari, mentre per 9 è stato imposto l’obbligo di dimora.

L’operazione rappresenta un duro colpo alle attività criminali della mafia locale, in particolare per quanto riguarda il controllo del traffico di droga e le pratiche di estorsione. Le indagini, attualmente nella fase preliminare, proseguiranno per accertare ulteriori dettagli sulle attività del gruppo mafioso coinvolto.

I particolari dell’operazione verranno illustrati durante una conferenza stampa che si terrà oggi, 20 settembre, alle ore 11:00 presso la Procura della Repubblica di Catanzaro.

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Cronaca

Torino | Operazione “Sorriso Amaro”: sequestrati quattro studi gestiti da falsi dentisti VIDEO

I militari del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Torino hanno sequestrato quattro studi odontoiatrici situati nel capoluogo piemontese, gestiti da tre falsi dentisti privi di titolo di studio e di autorizzazione all’esercizio della professione medica. L’operazione è il risultato di un’indagine avviata autonomamente dai finanzieri e successivamente coordinata dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Torino.

Le indagini, condotte dal 1° Nucleo Operativo Metropolitano Torino, avevano già portato lo scorso aprile al sequestro di tre studi dentistici nei quali operavano i tre indagati. I falsi dentisti, collaborando tra loro e proponendo tariffe vantaggiose, avevano attirato un’ampia clientela, garantendosi un certo successo nel mercato odontoiatrico locale.

Nonostante il sequestro iniziale, uno dei tre indagati ha continuato la propria attività illecita, trasformando la struttura in una società di capitali con una clinica poliambulatoriale, formalmente dotata di un direttore sanitario. Tuttavia, di fatto, l’indagato ha proseguito autonomamente a praticare l’esercizio abusivo della professione dentistica fino a quando la clinica stessa è stata sequestrata dalle autorità nei giorni scorsi.

Gli investigatori hanno scoperto che i falsi dentisti rilasciavano anche certificati medici e prescrizioni farmaceutiche utilizzando il timbro di un professionista inconsapevole, iscritto regolarmente all’Ordine dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri di Torino, estraneo ai fatti.

L’analisi della documentazione sequestrata, comprese le agende con i nominativi dei clienti e i pagamenti ricevuti, ha permesso di stimare che i profitti illeciti, accumulati a partire dal 2023, ammontano a circa un milione di euro. Questi introiti saranno oggetto di ulteriori indagini amministrative per stabilirne la tassazione.

Le indagini sono ancora in corso e, come previsto dalla legge, la responsabilità degli indagati sarà accertata solo in caso di condanna definitiva.

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Cronaca

Andria | Operazione “Raptor”: 6 Arresti per Furti, Rapine e Riciclaggio di Veicoli VIDEO

Nelle prime ore di oggi, circa 50 Carabinieri del Comando Provinciale di Barletta-Andria-Trani, supportati dallo Squadrone Eliportato Cacciatori Puglia, dal 6° Nucleo Elicotteri di Bari e dal Nucleo Cinofili di Modugno, hanno eseguito un’importante operazione contro la criminalità organizzata ad Andria. L’operazione, denominata “Raptor”, ha portato all’esecuzione di sei misure cautelari emesse dal G.I.P. del Tribunale di Trani, su richiesta della Procura della Repubblica.

Le indagini, avviate nel dicembre 2023 e coordinate dalla Procura della Repubblica di Trani, hanno consentito di identificare e arrestare sei persone, tutte residenti ad Andria, ritenute gravemente indiziate, a vario titolo, di associazione per delinquere finalizzata a furti, rapine e riciclaggio di veicoli. Di queste sei persone, quattro sono state condotte in carcere, mentre due sono state poste agli arresti domiciliari.

Le indagini, condotte dal Reparto Operativo – Nucleo Investigativo dei Carabinieri, hanno permesso di ricostruire l’attività criminale del gruppo, il quale avrebbe orchestrato una serie di azioni illegali nella zona, concentrandosi principalmente su furti e rapine, con un successivo riciclaggio dei veicoli rubati.

I dettagli dell’operazione “Raptor” saranno illustrati nel corso di una conferenza stampa prevista per le ore 09:15 presso il Comando Provinciale dei Carabinieri di Barletta-Andria-Trani.

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