I finanzieri del Comando Provinciale di Nuoro hanno recentemente eseguito un’operazione che ha portato alla scoperta e smantellamento di una raffineria di marijuana situata in un’azienda agricola a Sedilo, in provincia di Oristano. Durante l’intervento, due uomini, di 48 e 36 anni, sono stati arrestati dopo aver tentato di sfuggire alla cattura.

L’operazione è stata parte di un ampio servizio interprovinciale di controllo e contrasto al traffico di sostanze stupefacenti, coordinato dal Procuratore della Repubblica di Oristano. I militari hanno trovato all’interno del capannone un impianto di lavorazione per la marijuana, completo di attrezzature sofisticate. Sono stati sequestrati 57 kg di marijuana e vari strumenti utilizzati per la raffinazione, tra cui un trimmer automatico, grandi ventole per l’essiccazione, sacchi per il confezionamento, una bilancia elettronica, un gruppo elettrogeno e telefoni cellulari.

Un terzo individuo, un 43enne di Sedilo, è stato identificato nei pressi del sito e segnalato all’autorità giudiziaria. L’operazione segna un’importante tappa nella lotta della Guardia di Finanza contro il traffico di droga, evidenziando il continuo monitoraggio delle piantagioni di canapa in Sardegna.

Un tribunale di Roma ha emesso una condanna di dieci anni di carcere per una madre di 26 anni, riconosciuta colpevole di maltrattamenti nei confronti dei suoi due figli minori, di 6 e 4 anni. La donna, Jessika Ahmetovic, è accusata di aver inflitto sofferenze inaudite ai bambini, tra cui ustioni da acqua bollente.

L’allerta è scattata quando i due piccoli sono stati trovati da agenti di polizia in strada, visibilmente in difficoltà e con segni evidenti di abusi, tra cui morsi di topo e bruciature di sigaretta su diverse parti del corpo. La sentenza ha messo in luce la gravità delle azioni della madre, sottolineando la necessità di proteggere i minori da simili atrocità.

Un drammatico episodio si è verificato questa mattina a San Felice a Cancello, nel Casertano, dove un uomo di 30 anni ha strangolato la propria moglie durante una violenta lite domestica. La vittima, una giovane donna di 24 anni, è stata uccisa davanti ai due figli piccoli, di appena 4 e 6 anni, che hanno assistito impotenti a questa terribile scena.

L’aggressore, un albanese, è stato subito fermato dai carabinieri intervenuti sul posto. Le forze dell’ordine lo hanno portato in caserma, dove è in attesa dell’interrogatorio da parte del magistrato della Procura di Santa Maria Capua Vetere. Questo tragico evento riporta alla luce l’emergenza dei femminicidi in Italia, un fenomeno che continua a colpire molte donne e famiglie. Le autorità e la comunità si trovano ora a dover affrontare le conseguenze di un gesto così violento e distruttivo, che ha segnato la vita di tre persone.