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Mondo

Elon Musk sul palco con Trump indossa una maglietta “Occupy Mars” e un cappellino “Make America Great Again”.

Elon Musk ha fatto un’entrata trionfale sul palco insieme a Donald Trump durante un evento di campagna elettorale a Butler, Pennsylvania, dove l’ex presidente aveva recentemente sfuggito a un attentato. Acclamato come una rockstar dalla folla, Musk si è presentato in un completo total black, indossando una maglietta con la scritta “Occupy Mars” e un cappellino con il famoso slogan “Make America Great Again”. L’imprenditore ha scherzato sul suo look, dichiarando: “Come potete vedere, non sono solo MAGA, sono Dark MAGA”.

Il termine “Dark MAGA” è emerso come parte di un movimento che cerca di rinnovare l’immagine di Trump, associandola a un’estetica distopica e autoritaria, con richiami visivi simili a quelli dei film di fantascienza come Terminator. Questo approccio mira a rendere Trump più attraente per i giovani, una fascia di popolazione in cui l’ex presidente non gode di grande popolarità.

Durante l’evento, Musk ha mantenuto un tono giocoso, persino saltando sul palco, ma la sua definizione di “Dark MAGA” potrebbe anche suggerire una trasformazione nel suo atteggiamento politico. La sua vicinanza a Trump è diventata evidente dopo l’attentato, quando ha espresso pubblicamente il suo sostegno tramite un post sui social. In agosto, Musk ha ospitato Trump in una conversazione dal vivo su X Spaces.

Tradizionalmente, Musk ha sostenuto il Partito Democratico, specialmente in merito a politiche di sostegno per il settore delle auto elettriche. Tuttavia, dal palco di Butler, l’imprenditore ha parlato con toni simili a quelli di Trump, avvertendo che le prossime elezioni saranno “le più importanti della nostra vita” e affermando che una vittoria di Kamala Harris potrebbe significare la fine della libertà di parola negli Stati Uniti.

L’evento ha avuto luogo in un contesto di massima sicurezza, con vetri antiproiettile installati sul palco, a sottolineare il clima teso che circonda la campagna elettorale di Trump e il suo entourage.

Cronaca

Vendita di cercapersone-bomba a Hezbollah: il piano del Mossad risale al 2015

Il 17 settembre, un messaggio criptato in arabo è apparso simultaneamente su migliaia di cercapersone utilizzati dai membri di Hezbollah, generando preoccupazione tra le autorità. Questi dispositivi, progettati come alternativa sicura ai telefoni cellulari, presentavano una particolare caratteristica di sicurezza: per visualizzare il messaggio, era necessario premere due tasti contemporaneamente con entrambe le mani. Questo dettaglio ha rivelato una strategia astuta: in caso di esplosione del dispositivo, il miliziano sarebbe rimasto gravemente ferito o ucciso, rendendolo incapace di combattere.

Un articolo del Washington Post ha svelato i retroscena di questa operazione di intelligence, durata anni e orchestrata dal Mossad. La pianificazione, iniziata nel 2015, ha visto un’accelerazione nel 2022. Gli agenti israeliani hanno ideato un piano per trasformare i walkie-talkie in ordigni esplosivi, approfittando di un’opportunità che si è presentata con l’introduzione sul mercato di nuovi cercapersone.

Hezbollah, preoccupato per possibili sabotaggi, ha optato per dispositivi provenienti da produttori che non avessero legami riconoscibili con Israele o gli Stati Uniti. Nel 2023, la milizia libanese ha ricevuto offerte per l’acquisto di cercapersone dal marchio taiwanese Gold Apollo, noto e riconoscibile, ma completamente estraneo a qualsiasi interesse israeliano.

La vendita dei dispositivi è avvenuta attraverso un’intermediaria, un’ex rappresentante della Gold Apollo che aveva avviato una propria azienda. Questi cercapersone, il modello Ar924, erano robusti e dotati di batterie a lunga durata, ideali per situazioni di guerra. Tuttavia, il Mossad ha modificato questi dispositivi, inserendo al loro interno una piccola carica esplosiva, invisibile anche dopo la rimozione della batteria.

Nonostante il rischio di causare ferite o morti tra passanti innocenti, l’operazione ha avuto successo, mettendo fuori combattimento centinaia o migliaia di combattenti di Hezbollah. La serie di esplosioni ha costretto la milizia a riconsiderare il proprio approccio alla comunicazione, riducendo l’uso di questi dispositivi e aumentando il rischio di assembramenti tra i suoi leader.

Questa manovra ha dimostrato l’efficacia delle tattiche del Mossad, contribuendo a indebolire la capacità operativa di Hezbollah e ponendo interrogativi sulla sicurezza delle comunicazioni all’interno della milizia. L’operazione si configura come un esempio di come la tecnologia e l’intelligence possano essere utilizzate in modo strategico in contesti di conflitto.

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Mondo

Virus di Marburg: Cresce l’allerta in Europa dopo un caso sospetto

Il virus di Marburg, un patogeno altamente virulento legato all’Ebola, sta destando preoccupazione tra le autorità sanitarie europee, a seguito di un caso sospetto in Germania. Un giovane studente di medicina di 27 anni ha mostrato sintomi di un virus tropicale durante un viaggio in treno, dopo essere rientrato da un viaggio in Ruanda, dove si è registrato un focolaio del virus. Le autorità tedesche hanno subito attivato le procedure di emergenza, isolando temporaneamente la banchina della stazione centrale di Amburgo per effettuare i controlli necessari.

Attualmente, il Ruanda sta affrontando un grave problema di salute pubblica, con 26 casi confermati e 8 decessi a causa del virus di Marburg. La maggior parte delle persone infette sono operatori sanitari di due ospedali a Kigali, dove lo studente ha anche lavorato. Dopo il suo ritorno in Germania, il giovane ha cominciato a manifestare sintomi simili a quelli influenzali e, insieme alla sua ragazza, è stato trasferito in ospedale per accertamenti approfonditi. I contatti dei circa 275 passeggeri del volo da Francoforte sono stati rintracciati come misura precauzionale, anche se il rischio di contagio è considerato basso, poiché il virus si trasmette tramite contatti diretti con fluidi corporei e non per via aerea.

Il virus di Marburg, scoperto per la prima volta nel 1967, ha avuto focolai sporadici in Africa e rappresenta una grave minaccia per la salute pubblica. Il periodo di incubazione va da 5 a 10 giorni e i sintomi iniziali comprendono febbre alta, mal di testa, brividi e dolori muscolari. Con il passare del tempo, si possono manifestare ulteriori sintomi, inclusi nausea, vomito e crampi, fino a potenziali manifestazioni emorragiche nei casi più gravi.

La trasmissione del virus avviene attraverso il contatto diretto con fluidi corporei di una persona infetta e può anche avvenire tramite superfici contaminate. La letalità del virus è intorno al 50%, ma una diagnosi e un trattamento tempestivi possono migliorare significativamente le possibilità di sopravvivenza.

L’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) ha classificato il rischio di epidemia da virus di Marburg come “molto alto” in Ruanda, “alto” nella regione subsahariana e “basso” a livello globale. L’OMS esorta le persone a cercare assistenza medica immediata se mostrano sintomi, poiché non esistono vaccini attualmente disponibili per questa malattia.

Con l’aumento della mobilità internazionale e la possibilità di viaggi tra i vari Paesi, è fondamentale rimanere vigili e informati riguardo a potenziali focolai di malattie infettive. Le autorità sanitarie stanno monitorando attentamente la situazione e stanno preparando piani di risposta per prevenire una diffusione del virus, sottolineando l’importanza della prevenzione e della sensibilizzazione.

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Cronaca

Attentato a Jabaliya: un morto e otto feriti

Nel nord della Striscia di Gaza, nella zona di Jabaliya, i bombardamenti israeliani hanno causato almeno 17 vittime, secondo quanto riferito dalle autorità palestinesi. Tra i morti ci sarebbero anche nove bambini. La situazione nella regione continua a peggiorare, con intensi raid aerei che si susseguono, aggravando una crisi umanitaria già estremamente critica.

I bombardamenti sono parte di un più ampio scontro in corso tra Israele e i gruppi armati di Gaza, un conflitto che da settimane ha portato a una drammatica escalation della violenza. Jabaliya, un’area densamente popolata, è stata colpita in numerose occasioni durante questa offensiva, lasciando dietro di sé distruzione e morte. I soccorritori, secondo le testimonianze, stanno facendo fatica a prestare aiuto alle vittime, dato che le operazioni di soccorso sono complicate dalla continua instabilità e dai bombardamenti incessanti.

Le famiglie nella Striscia di Gaza, in particolare i bambini, pagano un prezzo altissimo in questo conflitto che non sembra vedere una fine imminente. Intanto, la comunità internazionale osserva con preoccupazione gli sviluppi, con numerosi appelli per un cessate il fuoco che finora non hanno portato a risultati concreti.

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