Cronaca

Bari | Indagini su Acciaierie d’Italia S.p.A.: sospetta manipolazione delle quote CO2

Le Acciaierie d’Italia S.p.A., attualmente sotto amministrazione straordinaria, che gestisce lo stabilimento ex Ilva di Taranto, sono al centro di un’indagine della Guardia di Finanza di Bari. La Procura della Repubblica di Taranto ha emesso un decreto di perquisizione personale e locale nei confronti di 10 soggetti legati alla società, tra cui amministratori, procuratori, dipendenti e collaboratori, accusati di truffa ai danni dello Stato.

L’indagine si concentra sulla presunta manipolazione dei dati sulle emissioni di CO2 relative alle attività di Acciaierie d’Italia S.p.A. prima dell’amministrazione straordinaria. Questo contesto rientra nel Sistema Europeo di Scambio di Quote di Emissione (EU ETS), un meccanismo fondamentale dell’Unione Europea per ridurre le emissioni di gas serra.

Le investigazioni hanno rilevato che la società avrebbe falsificato i dati sui consumi di materie prime e prodotti finiti, alterando i parametri come il “fattore di emissione” e il “livello di attività”. Inoltre, Acciaierie d’Italia avrebbe dichiarato al registro EU ETS un numero di quote CO2 inferiore a quello effettivamente emesso, inducendo il Comitato ministeriale a assegnare gratuitamente un quantitativo di quote superiore a quello dovuto per l’anno 2023.

Secondo l’accusa, queste azioni avrebbero consentito alla società di ottenere un ingiusto profitto, risparmiando sulle spese di restituzione delle quote CO2 e beneficiando di quote gratuite in eccesso, a danno del mercato primario delle aste pubbliche statali.

L’indagine è ancora in corso per rinvenire ulteriori prove documentali e contabili che possano chiarire le pratiche esaminate e quantificare con precisione le quote effettivamente dovute.

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