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Abruzzo

Pescara | Famiglia chiede aiuto per Luigi Giacomo Passeri detenuto in Egitto da 10 mesi

«Chiediamo di accelerare i tempi di un processo che, finora, non ha fatto nessun passo avanti. Abbiamo fiducia in nostro fratello e sosteniamo la sua innocenza, ma siamo stufi dei continui rinvii. Se ci deve essere una condanna, la accettiamo. Una decisione, però, va presa. Vogliono trasferirlo in un carcere italiano? Va bene, ma si sbrigassero, perché temiamo per la sua salute e per il suo stato psicofisico». Questo è l’appello di Andrea e Marcantonio Passeri, due dei tre fratelli di Luigi Giacomo Passeri, 31 anni, rinchiuso ormai da dieci mesi in un carcere egiziano. Il terzo fratello vive negli Stati Uniti e c’è anche una sorella a Londra, città in cui Luigi viveva e lavorava come pizzaiolo prima di finire in una struttura penitenziaria del Cairo.

Originario della Sierra Leone e arrivato a Pescara con la famiglia nel 1997, Luigi è stato arrestato il 24 agosto dello scorso anno in Egitto, perché trovato in possesso di marijuana, presumibilmente per consumo personale, il penultimo giorno di vacanza. Non ce la fa più a resistere «a causa del pesante clima che si respira nella struttura penitenziaria», riferisce a IlPescara Marcantonio, il fratello che vive a Roma, con il quale Luigi riesce a mettersi in contatto attraverso delle lettere. Queste lettere sono inviate con il supporto di altri detenuti, quando sono consentite le visite dall’esterno.

Sciopero della Fame e Condizioni Carcerarie

Nell’ultimo messaggio inviato domenica 16 giugno, Luigi ha annunciato lo sciopero della fame al termine delle celebrazioni per le festività egiziane. Durante le feste, i detenuti sono costretti a restare chiusi in cella. Marcantonio ha contattato l’Ambasciata lo scorso febbraio per denunciare le gravi condizioni in cui è costretto a vivere Luigi. Dopo una visita effettuata nel carcere, sembrava potesse esserci una svolta, ma nessuno è più andato a monitorare la situazione. Non mancano episodi di violenza da parte degli agenti, e la famiglia è fortemente preoccupata.

Processo e Difficoltà Legali

Il processo è iniziato ma vi sono continui rinvii. Durante l’ultima udienza del 22 maggio, nulla è stato fatto a causa dell’assenza di un interprete. Anche se la famiglia ha ingaggiato un legale in Egitto, non si riescono ad avere notizie concrete. I costi legali sono elevati: l’avvocato ha chiesto trentamila dollari e, dopo una prima tranche di diecimila inviata dalla famiglia, non ci sono state novità. I fratelli hanno iniziato a dubitare del legale, ma sono stati rassicurati che il problema deriva dal sistema giuridico egiziano.

Richiesta di Aiuto e Solidarietà

Andrea, il fratello che vive a Pescara con la madre, ha avviato una raccolta fondi per sostenere le spese legali. La famiglia, stanca di attendere, chiede una maggiore vicinanza e intervento da parte delle istituzioni per risolvere la situazione di Luigi Giacomo Passeri.

Abruzzo

Chieti | Provvedimenti di divieto di accesso per tifosi ultras dopo scontri violenti in Autostrada

In seguito agli scontri avvenuti il 25 agosto scorso lungo l’autostrada A-14 nei pressi dell’uscita Val di Sangro, tra tifosi delle squadre di calcio del Giulianova e del Teramo, il Questore di Chieti ha emesso cinque provvedimenti di Divieto di Accesso ai luoghi delle manifestazioni sportive (Da.Spo.) nei confronti dei responsabili delle violenze.

Nel pomeriggio di quella domenica, numerose segnalazioni erano arrivate alla Questura di Chieti riguardo a violenti alterchi tra gruppi di tifosi, molti dei quali erano travisati e armati di bastoni, cinte e fumogeni. Gli scontri avevano causato il blocco del traffico e avevano provocato danni anche all’ambiente circostante, tra cui un principio di incendio estinto successivamente dai Vigili del Fuoco.

L’intervento della Polizia Stradale di Lanciano non aveva trovato i protagonisti degli scontri al loro arrivo, ma aveva recuperato diversi oggetti usati durante la rissa, come bastoni, cinte e resti di fumogeni. I danni includevano anche cocci di bottiglie di vetro sparsi sulle corsie di marcia.

La DIGOS di Chieti, in collaborazione con la DIGOS di Teramo, ha avviato un’indagine approfondita per ricostruire l’accaduto. Attraverso l’analisi di un video breve, divenuto virale online, e delle immagini di videosorveglianza, sono stati identificati alcuni dei partecipanti agli scontri. L’indagine ha permesso di risalire ai veicoli utilizzati e di identificare cinque tifosi ultras del Teramo coinvolti negli episodi violenti.

I cinque soggetti sono stati denunciati alla magistratura per i reati di rissa, porto di armi e oggetti atti ad offendere, attentato alla sicurezza dei trasporti e incendio. I provvedimenti Da.Spo. imposti hanno una durata variabile: due di 3 anni e tre di 5, 6 e 8 anni, a seconda delle recidive degli individui coinvolti.

L’adozione di tali provvedimenti mira a garantire la sicurezza durante le manifestazioni sportive e a prevenire futuri episodi di violenza tra tifoserie.

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Abruzzo

Chieti | Divieto di accesso per tifosi violenti dopo gli scontri nell’Autostrada A-14

Questura di Chieti

Il Questore di Chieti ha adottato cinque provvedimenti di divieto di accesso ai luoghi dove si svolgono manifestazioni sportive (Da.Spo.) nei confronti di tifosi ultras coinvolti in episodi di violenza. I provvedimenti seguono gli scontri avvenuti il 25 agosto scorso sull’autostrada A-14, in prossimità dell’uscita Val di Sangro, tra tifosi delle squadre calcistiche del Giulianova e del Teramo.

Nel pomeriggio di quella domenica, diverse segnalazioni alla Questura di Chieti hanno indicato episodi di violenza tra gruppi di tifosi che stavano bloccando il traffico sull’autostrada. I partecipanti, molti dei quali travisati, erano armati di bastoni, cinture e fumogeni, e avevano causato anche un principio di incendio nella zona adiacente alla corsia di decelerazione.

L’intervento della Polizia Stradale non ha permesso di rintracciare immediatamente i responsabili, che si erano allontanati prima dell’arrivo delle forze dell’ordine. Tuttavia, sono stati trovati resti di bastoni in plastica, cinture di cuoio, residui di fumogeni e cocci di bottiglie di vetro. I vigili del fuoco hanno prontamente spento l’incendio scaturito dai fumogeni.

Le indagini condotte dalla DIGOS di Chieti, in collaborazione con l’omonima divisione di Teramo, hanno permesso di ricostruire i fatti grazie all’analisi di un video amatoriale e delle immagini di videosorveglianza. Questo ha portato all’identificazione di cinque tifosi ultras teramani coinvolti nei disordini. Questi soggetti sono stati deferiti all’autorità giudiziaria per vari reati, tra cui rissa e attentato alla sicurezza dei trasporti.

I cinque provvedimenti Da.Spo. adottati hanno una durata variabile: due di tre anni e tre di durata maggiore (5, 6 e 8 anni) per coloro che avevano già ricevuto precedenti divieti. Questi provvedimenti mirano a prevenire futuri episodi di violenza e a garantire la sicurezza nelle manifestazioni sportive.

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Abruzzo

Teramo | Poliziotti in soccorso di un giovane che voleva suicidarsi: salvato

Nella notte del 17 settembre 2024, una pattuglia della Squadra Volanti della Questura di Teramo è stata chiamata a intervenire per un grave caso di tentato suicidio. L’allerta è partita grazie a un’amica del giovane, che ha notato su Instagram una storia preoccupante in cui il ragazzo esprimeva intenti suicidi, dichiarando di voler saltare da un ponte.

Subito dopo aver ricevuto la segnalazione al 112 N.U.E., gli agenti si sono messi in azione, avviando una ricerca intensa per localizzare il ventenne. I poliziotti hanno controllato tutti i ponti e i cavalcavia della città e, grazie alla tracciatura del cellulare del giovane attraverso un portale specializzato, sono riusciti a individuare la sua posizione lungo via Cona.

Arrivati sul luogo, gli agenti hanno instaurato un dialogo con il ragazzo, riuscendo a calmarlo e a prevenirne il gesto estremo. Successivamente, è stato richiesto l’intervento del personale sanitario, che ha prestato le cure necessarie e ha assistito il giovane.

Il pronto intervento delle forze dell’ordine e la collaborazione della persona che ha dato l’allerta hanno evitato una tragedia. L’episodio sottolinea l’importanza dell’attenzione e del supporto reciproco nella prevenzione di gesti estremi.

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