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Attualità

Il Ddl Autonomia Diventa Legge tra le Proteste delle Opposizioni

Il disegno di legge sull’autonomia è ora legge. Dopo una lunga maratona notturna, decisa con una seduta fiume e tra le proteste delle opposizioni, il provvedimento ha ricevuto il secondo e definitivo ok con 172 voti a favore, 99 contrari e un astenuto. Martedì sera, a seguito della mancata intesa in capigruppo sulla tempistica per l’esame del provvedimento, si era optato per prolungare la seduta fino alla votazione finale. Le opposizioni hanno definito questa decisione come uno “sfregio” e uno “strappo” al dibattito parlamentare.

Il voto per la seduta non-stop è passato con 54 voti di scarto, tra le grida di “Vergogna!” delle opposizioni. Le proteste sono continuate anche durante l’illustrazione degli emendamenti, tutti presentati dalla minoranza e tutti respinti, mentre la maggioranza è rimasta in silenzio durante il dibattito notturno. Alla fine, l’Aula ha proceduto con l’esame e il voto degli ordini del giorno, una quarantina in tutto, tra cui alcuni presentati dalla maggioranza.

L’Ok della Camera agli Articoli del ddl

La votazione degli emendamenti è iniziata con gli articoli 1 e 2, che definiscono il quadro generale e il procedimento per l’approvazione delle intese tra Stato e Regioni. L’articolo 3, che delega al governo la determinazione dei Livelli Essenziali di Prestazione (LEP) ai fini dell’attuazione dell’articolo 116 della Costituzione, è passato con 166 voti a favore, 115 contrari e due astenuti. Anche l’articolo 4, relativo al trasferimento di funzioni, è stato approvato. L’articolo 5, riguardante i principi per l’attribuzione delle risorse finanziarie, umane e strumentali corrispondenti alle funzioni oggetto di conferimento, ha ricevuto 170 voti a favore e 105 contrari. L’articolo 6, sull’ulteriore attribuzione di funzioni amministrative agli enti locali, è passato con 173 voti a favore e 109 contrari.

L’articolo 7, che tratta la durata delle intese e la successione delle leggi, ha ottenuto 170 voti favorevoli, 112 contrari e tre astenuti. Gli articoli 8 (monitoraggio) e 9 (clausole finanziarie) sono stati approvati rapidamente, rispettivamente con 174 voti favorevoli e 113 contrari. Infine, gli articoli 10 (misure perequative e di promozione dello sviluppo economico, della coesione e della solidarietà sociale) e 11 (disposizioni transitorie) hanno completato la votazione degli articoli del ddl Autonomia.

Protesta delle Opposizioni

La protesta è stata innescata dalla responsabile Giustizia del Pd, Debora Serracchiani, subito ripresa dal vicepresidente di turno Giorgio Mulè, che l’ha richiamata all’ordine: “Vergogna non lo dice nessuno, rispetti la presidenza. Non mi costringa a fare quello che non voglio fare”. A difesa di Serracchiani è intervenuto Claudio Mancini (Pd): “Lei non può richiamare in maniera intimidatoria i parlamentari, abbiamo grande stima per lei ma non si deve prestare a rappresentare la maggioranza tifosa”.

Il deputato dem Federico Fornaro ha sottolineato che “vergogna dopo quello che è successo, è un giudizio politico, non è stato dato un giudizio personale. La scelta di mettere la seduta fiume su un provvedimento già contingentato è una scelta vergognosa”. Un coro di “vergogna, vergogna” si è quindi levato dai banchi dell’opposizione.

“Avremmo voluto dibattere con serietà e serenità il ddl sull’autonomia differenziata, ma questo ci è stato impedito dalla maggioranza fin dall’esame in Commissione”, hanno scritto in una nota i deputati del Movimento 5 Stelle. “Una maggioranza che, con la decisione di contingentare i tempi di discussione e di approvare il provvedimento con il favore delle tenebre, ha letteralmente violentato il Parlamento. Una violenza squadrista che abbiamo visto anche nell’attacco a un nostro collega, che aveva la sola colpa di porgere una bandiera tricolore al ministro Calderoli. Per fortuna, i cittadini italiani capiranno perfettamente lo sfacelo che la maggioranza sta facendo ai danni del Paese”.

Attualità

Economia | Esenzione bollo auto storiche 2024, il veicolo deve avere almeno 20 anni

Chi possiede un’auto con almeno vent’anni di età potrebbe avere diritto a significativi vantaggi fiscali, come la riduzione o l’esenzione dal pagamento del bollo auto, a condizione che il veicolo sia riconosciuto come di interesse storico o collezionistico. Questi benefici sono regolati da norme specifiche che stabiliscono requisiti chiari per la classificazione di un’auto come storica.

Perché un’auto sia considerata storica, deve avere almeno 20 anni e risultare iscritta in uno dei registri storici previsti dall’articolo 60 del Codice della Strada. Tra questi vi sono l’ASI (Automotoclub Storico Italiano), il Registro Storico Fiat, Lancia e Alfa Romeo, oltre allo Storico FMI (per le moto). L’iscrizione certifica che l’auto ha mantenuto le sue caratteristiche originali, senza modifiche rilevanti, e che è in ottimo stato di conservazione. Solo così si apre la strada ai benefici fiscali.

Le auto storiche vengono suddivise in due categorie: auto d’epoca e veicoli di interesse storico. Le prime sono vetture che non possono più circolare normalmente poiché cancellate dal Pubblico Registro Automobilistico (PRA), e possono essere utilizzate solo per partecipare a manifestazioni o eventi speciali. Le auto di interesse storico, invece, possono ancora circolare regolarmente e sono soggette a revisione periodica.

Per le auto immatricolate da almeno 30 anni, l’esenzione dal pagamento del bollo auto è automatica, indipendentemente dall’iscrizione in un registro storico. Tuttavia, se l’auto viene usata regolarmente, è prevista una tassa di circolazione ridotta, che varia da regione a regione, con un costo medio di circa 30 euro. Per le auto che hanno tra 20 e 29 anni, è possibile ottenere una riduzione del 50% sul bollo, a patto che il veicolo sia iscritto in un registro storico e che il Certificato di Rilevanza Storica (CRS) sia riportato sul libretto di circolazione.

Il CRS attesta che un veicolo ha mantenuto le sue caratteristiche originali. Questo certificato è fondamentale per accedere agli sconti sulla tassa automobilistica per le auto che hanno tra 20 e 29 anni. Inoltre, il CRS può anche dare accesso a condizioni assicurative più favorevoli, con premi ridotti.

Per il 2024, le auto con oltre 30 anni di vita continueranno a beneficiare dell’esenzione dal bollo, mentre quelle con un’età compresa tra 20 e 29 anni potranno ottenere una riduzione del 50% sulla tassa, a patto di soddisfare i requisiti necessari. In alcune regioni, come la Lombardia, l’esenzione dal bollo è estesa anche ai veicoli con meno di 30 anni, purché iscritti al Registro ACI Storico.

In sintesi, il possesso di un’auto storica offre non solo vantaggi economici, ma anche la possibilità di preservare un pezzo di storia dell’automobilismo, mantenendo viva la tradizione e il valore culturale dei veicoli d’epoca.

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Attualità

Il Vaticano riconosce il culto di Medjugorje, ma chiarisce il ruolo dei veggenti

Il Vaticano ha recentemente espresso il suo riconoscimento per il culto associato a Medjugorje, confermando che l’esperienza spirituale offerta dal luogo è considerata positiva. Questo via libera è stato concesso dalla Congregazione per la Dottrina della Fede e approvato dal Papa stesso.

Tuttavia, è importante sottolineare che questo riconoscimento non implica una conferma degli eventi soprannaturali attribuiti ai veggenti di Medjugorje. L’attenzione del Vaticano è rivolta ai frutti spirituali e ai benefici che i fedeli possono trarre da questa esperienza.

Il messaggio centrale è chiaro: i pellegrinaggi a Medjugorje devono essere orientati verso un incontro con Maria, Regina della Pace, e con Cristo, piuttosto che focalizzarsi sui veggenti e le loro presunte visioni. In altre parole, il valore di Medjugorje risiede nella sua capacità di promuovere una profonda esperienza di fede, piuttosto che nella verifica delle apparizioni che hanno avuto luogo dal 1981 ad oggi.

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Abruzzo

Chieti | Divieto di accesso per tifosi violenti dopo gli scontri nell’Autostrada A-14

Questura di Chieti

Il Questore di Chieti ha adottato cinque provvedimenti di divieto di accesso ai luoghi dove si svolgono manifestazioni sportive (Da.Spo.) nei confronti di tifosi ultras coinvolti in episodi di violenza. I provvedimenti seguono gli scontri avvenuti il 25 agosto scorso sull’autostrada A-14, in prossimità dell’uscita Val di Sangro, tra tifosi delle squadre calcistiche del Giulianova e del Teramo.

Nel pomeriggio di quella domenica, diverse segnalazioni alla Questura di Chieti hanno indicato episodi di violenza tra gruppi di tifosi che stavano bloccando il traffico sull’autostrada. I partecipanti, molti dei quali travisati, erano armati di bastoni, cinture e fumogeni, e avevano causato anche un principio di incendio nella zona adiacente alla corsia di decelerazione.

L’intervento della Polizia Stradale non ha permesso di rintracciare immediatamente i responsabili, che si erano allontanati prima dell’arrivo delle forze dell’ordine. Tuttavia, sono stati trovati resti di bastoni in plastica, cinture di cuoio, residui di fumogeni e cocci di bottiglie di vetro. I vigili del fuoco hanno prontamente spento l’incendio scaturito dai fumogeni.

Le indagini condotte dalla DIGOS di Chieti, in collaborazione con l’omonima divisione di Teramo, hanno permesso di ricostruire i fatti grazie all’analisi di un video amatoriale e delle immagini di videosorveglianza. Questo ha portato all’identificazione di cinque tifosi ultras teramani coinvolti nei disordini. Questi soggetti sono stati deferiti all’autorità giudiziaria per vari reati, tra cui rissa e attentato alla sicurezza dei trasporti.

I cinque provvedimenti Da.Spo. adottati hanno una durata variabile: due di tre anni e tre di durata maggiore (5, 6 e 8 anni) per coloro che avevano già ricevuto precedenti divieti. Questi provvedimenti mirano a prevenire futuri episodi di violenza e a garantire la sicurezza nelle manifestazioni sportive.

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