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Cronaca

L’esito choc dell’autopsia: “Giada Zanola era ancora viva quando fu gettata dal cavalcavia”

Emergono nuovi dettagli sulla morte di Giada Zanola, gettata dal fidanzato dal cavalcavia dell’autostrada A4 all’altezza di Vigonza durante una lite. Secondo le prime evidenze dell’autopsia, la ragazza era ancora viva quando è stata scaraventata sulla strada. Lo riporta il Corriere della Sera, citando fonti autorevoli che escludono segni di strangolamento o ferite da arma da taglio sul corpo della donna, madre di un figlio. Gli inquirenti ipotizzano che Andrea Favero possa averla tramortita prima di gettarla dal cavalcavia per agire con maggiore facilità.

I risultati definitivi, inclusi quelli tossicologici per verificare se la donna sia stata drogata o avvelenata come lei stessa temeva, non sono ancora stati comunicati. Alcuni segni sul collo risalirebbero a giorni precedenti, come la donna aveva riferito a un’amica parlando delle aggressioni del marito. Attualmente, l’uomo è in carcere con l’accusa di omicidio volontario aggravato. Dal carcere, ha revocato il mandato al suo avvocato entro 24 ore dall’affidamento e si è avvalso della facoltà di non rispondere durante l’interrogatorio di garanzia. Ha raccontato di non ricordare i dettagli dell’evento, dicendo solo che erano a casa, hanno iniziato a litigare e Giada si è allontanata verso il cavalcavia.

I dettagli della morte della ragazza saranno noti solo tra qualche settimana. Per ora, il medico legale non ha potuto indicare l’orario della morte, complicato dalle lesioni causate dalla caduta e dall’arrotamento di un tir che non ha evitato il corpo della donna. Servirà almeno un mese per avere risposte definitive. Gli inquirenti mantengono aperte tutte le piste, incluso il revenge porn come possibile movente.

Nel fermo firmato dal sostituto procuratore di Padova, Giorgio Falcone, si legge che l’indagato ha subito una serie di “colpi” che lo hanno portato a perdere la testa e a uccidere Zanola. Tra questi, l’annullamento delle nozze, i problemi economici, la convivenza difficile, la possibile separazione definitiva e le minacce della donna di togliergli il figlio. Tutte circostanze che, secondo il pm, hanno contribuito a scatenare il corto circuito che ha condotto all’omicidio.

Abruzzo

L’Aquila | Arrestato 22enne per maltrattamenti in famiglia e resistenza a pubblico ufficiale

repertorio

Un giovane di 22 anni è stato arrestato dai Carabinieri di Balsorano con l’accusa di maltrattamenti in famiglia e resistenza a pubblico ufficiale. Da tempo il ragazzo, afflitto da problemi di tossicodipendenza, minacciava e maltrattava la madre, una donna di 57 anni, per costringerla a soddisfare le sue richieste. La situazione è degenerata la scorsa notte quando, durante un episodio di violenza, il giovane ha dato fuoco ai propri vestiti all’interno dell’abitazione.

Impaurita, la donna ha chiamato i Carabinieri, che sono intervenuti prontamente. Al loro arrivo, il comportamento del 22enne è rimasto ostile: ha continuato a minacciare anche i militari e ha opposto resistenza. A causa della gravità della situazione, il giovane è stato arrestato.

Dopo aver completato le formalità dell’arresto, il 22enne è stato trasferito presso il carcere di San Nicola di Avezzano, su disposizione del pubblico ministero di turno.

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Cronaca

Ferrara | Arrestato 25enne di Comacchio, sequestrati oltre 3,5 kg di stupefacenti conservata in frigo

I Carabinieri della Stazione di Lido degli Estensi hanno arrestato in flagranza un 25enne di Comacchio per detenzione di stupefacenti a fini di spaccio. L’operazione è scattata dopo diverse segnalazioni riguardanti un insolito via vai di persone da un’abitazione del paese. I militari hanno deciso di monitorare la situazione e, nel pomeriggio di domenica, hanno fermato un giovane subito dopo aver acquistato una dose di cocaina.

Dopo il controllo del cliente, i Carabinieri sono entrati nell’abitazione, occupata dal 25enne, incensurato e disoccupato. All’interno della casa, una villetta a schiera, è stata rinvenuta una grande quantità di droga: oltre 3,5 kg di hashish, quasi 1 kg di marijuana e alcune dosi di cocaina. Le sostanze erano nascoste in un frigorifero e nella mansarda, con dosi già pronte per la vendita e materiale per il confezionamento.

Insieme alla droga, i Carabinieri hanno sequestrato anche lo smartphone del giovane e oltre 2000 euro in contanti, considerati proventi dell’attività di spaccio. Il 25enne è stato arrestato e portato al carcere di Ferrara. In seguito, il Tribunale ha convalidato l’arresto e ha disposto per lui la misura cautelare dell’obbligo di dimora a Comacchio.

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Cronaca

Lecce | Nel garage chili di droga, pistole e munizioni: un arresto

I Carabinieri del Nucleo Investigativo, impegnati in un’operazione antidroga, hanno arrestato un 32enne già noto alle forze dell’ordine nella tarda serata di ieri. L’uomo, fermato mentre stava per salire sulla sua moto, ha mostrato chiari segni di nervosismo che hanno insospettito i militari. Dopo avergli chiesto se fosse in possesso di sostanze stupefacenti, il 32enne ha consegnato spontaneamente una busta contenente circa due chili e mezzo di hashish.

La successiva perquisizione nel garage dell’uomo ha portato al sequestro di altri tre chili di hashish, confezionati in panetti contrassegnati da loghi colorati, una pratica comune tra gli spacciatori per attrarre clienti, specialmente i più giovani. Inoltre, in un secondo garage, i Carabinieri hanno scoperto un chilo e mezzo di cocaina già divisa in dosi, oltre sei chili di marijuana, e tre pistole clandestine con matricole cancellate o assenti, di cui una semiautomatica carica e pronta all’uso, insieme a centinaia di munizioni e una pistola lanciarazzi.

Nella perquisizione sono stati anche rinvenuti oltre 5000 euro in contanti, presumibilmente frutto dell’attività di spaccio. L’uomo è stato quindi arrestato e trasferito in carcere con l’accusa di detenzione illecita di stupefacenti e possesso illegale di armi clandestine e munizioni.

Le sostanze sequestrate saranno sottoposte a test per determinarne il principio attivo, mentre le armi saranno esaminate dai Carabinieri del RIS per verificare eventuali collegamenti con precedenti crimini. Si ricorda che l’uomo, essendo ancora nella fase delle indagini preliminari, è presunto innocente fino a sentenza definitiva.

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