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Calabria

Catanzaro | Illecita gestione dei depuratori, chiuse le indagini per 29

La Direzione Distrettuale Antimafia di Catanzaro ha concluso le indagini preliminari nei confronti di 29 individui e cinque società nell’ambito dell’inchiesta denominata “Scirocco”, focalizzata sulla presunta gestione illecita di impianti di depurazione disseminati su tutto il territorio regionale.

Le accuse contestate, in varie forme, dai sostituti procuratori Paolo Sirleo, Domenico Guarascio e Domenico Assumma includono associazione per delinquere al fine di commettere reati contro l’ambiente e la pubblica amministrazione, frode nelle pubbliche forniture, inquinamento ambientale, traffico illecito di rifiuti e tentata estorsione aggravata dal metodo mafioso.

Al centro dell’indagine sono le società del gruppo Minieri, gestite da Mario Minieri e dai suoi figli Giuseppe e Saverio, le quali avevano ottenuto l’appalto per la gestione dei depuratori. L’accusa sostiene che queste aziende avrebbero vinto le gare d’appalto offrendo ribassi considerevoli, per poi non adempiere agli obblighi contrattuali. Ciò avrebbe comportato mancate manutenzioni agli impianti, gestione illecita dello smaltimento dei fanghi e liquami che finivano nei corsi d’acqua e nel mare.

Nell’inchiesta sono coinvolti sia dipendenti delle varie società di depurazione che funzionari pubblici responsabili dell’ufficio tecnico nei comuni di Belvedere Marittimo e Falconara Albanese. In particolare, i funzionari pubblici Paola Di Stio, Pasqualino Calabrese e Raffaele Rosignuolo, insieme a Rosario Sessa, sono accusati di frode nell’esecuzione dei contratti di affidamento del servizio di gestione dei depuratori, liquidando somme per prestazioni che risultavano essere a carico delle società rappresentate da Mario Minieri.

Inoltre, Mario Minieri è anche accusato di tentata estorsione ai danni di un dipendente del depuratore di Cirò Marina, il quale avrebbe cercato di dissuadere dal prendere azioni sindacali per ottenere lo stipendio, tramite due individui che avrebbero minacciato il dipendente di gravi conseguenze se non avesse ritirato la denuncia.

Calabria

Procura di Castrovillari | Bergamini, il calciatore del Cosenza morto nel 1989, chiesti 23 anni di reclusione per l’ex fidanzata

I pubblici ministeri della Procura di Castrovillari hanno chiesto una condanna a 23 anni di reclusione per Isabella Internò, l’ex fidanzata di Donato Denis Bergamini, il calciatore del Cosenza tragicamente scomparso il 18 novembre 1989 lungo la statale 106 a Roseto Capo Spulico. La donna è accusata di omicidio volontario in concorso con ignoti e il caso è attualmente sotto esame presso la Corte d’Assise di Cosenza.

La richiesta di condanna è stata presentata dal pm Luca Primicerio, supportato dal procuratore di Castrovillari, Alessandro D’Alessio, al termine di una requisitoria che ha avuto inizio ieri. È importante notare che Isabella Internò non era presente in aula durante la formulazione della richiesta. La vicenda, avvolta da un lungo mistero e controversie, continua a suscitare grande interesse e attenzione da parte dell’opinione pubblica e dei media.

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Calabria

Cutro (KR) | Accusato di aggressione sessuale era ricercato in Inghilterra, arrestato iracheno

Un cittadino iracheno di 49 anni, residente a Cutro, è stato arrestato dalla Squadra Mobile della Questura di Crotone, poiché ricercato a livello internazionale per reati di aggressione e violenza sessuale. Le accuse risalgono a episodi avvenuti nel 2018 e nel 2019 in Inghilterra, in particolare a Liverpool e Loughborough, dove l’uomo sarebbe stato responsabile di aggressioni nei confronti di due donne.

La cattura è avvenuta a seguito di una segnalazione da parte del Servizio per la Cooperazione Internazionale di Polizia, che ha attivato le indagini necessarie. Grazie a un’attenta attività investigativa, gli agenti sono riusciti a rintracciare l’individuo, che aveva recentemente fatto ingresso in Italia viaggiando in autobus. L’arresto rappresenta un’importante operazione per la sicurezza e il contrasto alla criminalità internazionale, dimostrando l’efficacia della cooperazione tra le forze di polizia nazionali e internazionali.

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Calabria

Calabria | ‘Ndrangheta: Operazione nel crotonese, 31 misure

I Carabinieri del Comando provinciale di Crotone, supportati da unità provenienti da altre province calabresi, hanno eseguito un’operazione di vasta portata che ha portato all’arresto di 31 individui legati a cosche mafiose del territorio. Il provvedimento, richiesto dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Catanzaro e convalidato dal Gip, prevede 15 custodie in carcere, 7 arresti domiciliari e 9 obblighi di dimora.

Le indagini sono iniziate dopo un episodio estorsivo ai danni di un imprenditore di Cutro, rivelando una rete complessa di attività illegali tra cui estorsione, usura e traffico di stupefacenti. Questo scenario si è delineato dopo l’arresto del boss Nicolino Grande Aracri e ha messo in luce la rivalità tra la famiglia Martino, già legata a Grande Aracri, e un’altra cosca locale.

L’inchiesta, condotta attraverso intercettazioni e attività di osservazione, ha fatto emergere la capacità della famiglia Martino di esercitare il controllo sul territorio mediante intimidazioni, estorsioni e traffico di droga. Inoltre, i militari hanno documentato la disponibilità di armi da parte degli indagati, confermando l’operatività dell’associazione mafiosa in questione.

La scoperta di danneggiamenti a veicoli appartenenti a membri di spicco della famiglia Martino ha fornito ulteriori elementi per comprendere le dinamiche interne e le relazioni tra le varie cosche della provincia. Questo intervento dei Carabinieri rappresenta un importante passo avanti nella lotta contro la criminalità organizzata nella regione.

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