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Cronaca

Foggia | Tangenti da 35mila euro per un appalto da 2,2 milioni: condannati un imprenditore e Mario Lerario

Nuova condanna per Mario Lerario: l’ex dirigente della Protezione Civile della Regione Puglia è stato condannato a cinque anni e quattro mesi di reclusione, in seguito alla sentenza del giudice per le udienze preliminari del Tribunale di Bari con rito abbreviato. Tale pena è inferiore alla richiesta di sei anni avanzata dalla Procura di Bari. Anche l’imprenditore di Giovinazzo, Antonio Illuzzi, coinvolto nello stesso episodio di corruzione, è stato condannato a quattro anni.

Gli avvocati Michele Laforgia, difensore di Mario Lerario, e Guglielmo Starace, legale di Illuzzi, avevano entrambi richiesto l’assoluzione dei loro assistiti.

L’accusa affermava che l’imprenditore avesse corrotto Lerario con due tangenti per un totale di 35.000 euro, in cambio dell’assegnazione di appalti per oltre 2,2 milioni di euro. Secondo la Procura di Bari, tali appalti sarebbero stati concessi violando le normative del settore attraverso un frazionamento artificioso e senza rispettare il principio della rotazione degli operatori economici.

La sentenza è stata emessa il 15 marzo, lo stesso giorno in cui il giudice per le udienze preliminari ha deciso di rinviare a giudizio Antonio Mercurio, ex funzionario della Regione Puglia, accusato di abuso d’ufficio. L’avvocato Roberto Eustachio Sisto aveva chiesto il proscioglimento del suo assistito.

Un anno fa, Mario Lerario era stato condannato a cinque anni e quattro mesi di reclusione per aver accettato tangenti da due imprenditori.

Campania

Giugliano in Campania | 4 misure cautelari per associazione di tipo mafioso

I Carabinieri della Compagnia di Giugliano hanno arrestato quattro persone in un’operazione contro la criminalità organizzata, in particolare contro il clan Mallardo, attivo nel territorio di Giugliano in Campania. L’operazione è stata effettuata in seguito a un’ordinanza di custodia cautelare emessa dal GIP del Tribunale di Napoli, su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia.

I soggetti arrestati sono accusati di associazione di tipo mafioso e di tentate estorsioni aggravate, mirate a intimidire imprenditori per garantirsi pagamenti illeciti, consentendo loro di continuare a operare senza subire ritorsioni.

È importante notare che il provvedimento è una misura cautelare nell’ambito delle indagini preliminari. Gli arrestati sono considerati presunti innocenti fino a una eventuale condanna definitiva e hanno la possibilità di impugnare l’ordinanza.

Questa operazione sottolinea l’impegno delle forze dell’ordine nel contrastare le attività mafiose e tutelare la legalità e la sicurezza economica nella regione, sostenendo le imprese oneste e riducendo l’influenza delle organizzazioni criminali sul territorio.

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Cronaca

Padova | Scoperta frode sul Reddito di Cittadinanza

GdF Padova

Un’importante operazione della Guardia di Finanza di Padova ha portato alla luce un caso di indebita percezione del reddito di cittadinanza, con un ammontare di oltre 130.000 euro. I militari, in collaborazione con l’INPS, hanno avviato indagini su diversi residenti dell’Alta padovana che, tra il 2021 e il 2023, hanno usufruito di questo sostegno economico.

Le indagini hanno rivelato irregolarità significative, tra cui la mancata comunicazione di informazioni cruciali necessarie per la corretta erogazione del beneficio. In alcuni casi, è emerso il possesso di beni di valore, come autoveicoli di grossa cilindrata, che avrebbero dovuto essere dichiarati.

Di conseguenza, 17 individui sono stati segnalati alla Procura di Padova per possibili violazioni. L’operazione sottolinea l’impegno della Guardia di Finanza nel monitorare l’uso delle risorse pubbliche e combattere le frodi ai danni dei cittadini bisognosi. Si precisa che gli indagati sono presunti innocenti fino a eventuale condanna definitiva.

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Calabria

Calabria | ‘Ndrangheta: Operazione nel crotonese, 31 misure

I Carabinieri del Comando provinciale di Crotone, supportati da unità provenienti da altre province calabresi, hanno eseguito un’operazione di vasta portata che ha portato all’arresto di 31 individui legati a cosche mafiose del territorio. Il provvedimento, richiesto dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Catanzaro e convalidato dal Gip, prevede 15 custodie in carcere, 7 arresti domiciliari e 9 obblighi di dimora.

Le indagini sono iniziate dopo un episodio estorsivo ai danni di un imprenditore di Cutro, rivelando una rete complessa di attività illegali tra cui estorsione, usura e traffico di stupefacenti. Questo scenario si è delineato dopo l’arresto del boss Nicolino Grande Aracri e ha messo in luce la rivalità tra la famiglia Martino, già legata a Grande Aracri, e un’altra cosca locale.

L’inchiesta, condotta attraverso intercettazioni e attività di osservazione, ha fatto emergere la capacità della famiglia Martino di esercitare il controllo sul territorio mediante intimidazioni, estorsioni e traffico di droga. Inoltre, i militari hanno documentato la disponibilità di armi da parte degli indagati, confermando l’operatività dell’associazione mafiosa in questione.

La scoperta di danneggiamenti a veicoli appartenenti a membri di spicco della famiglia Martino ha fornito ulteriori elementi per comprendere le dinamiche interne e le relazioni tra le varie cosche della provincia. Questo intervento dei Carabinieri rappresenta un importante passo avanti nella lotta contro la criminalità organizzata nella regione.

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