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Attualità

Catanzaro | “Reddito di dignità regionale” : proposta di legge del PD contro povertà


Il consigliere regionale del Partito Democratico, Raffaele Mammoliti, ha presentato una proposta di legge per istituire un “Reddito di Dignità regionale” allo scopo di colmare il vuoto derivante dall’abolizione del reddito di cittadinanza. Questa misura, volta a contrastare la povertà e l’esclusione sociale, si distingue per la sua natura universale e mira a sostenere i oltre 14.000 beneficiari calabresi del reddito di cittadinanza, i quali hanno visto sospeso il sostegno economico nel 2023, insieme ai più di 45.000 individui che hanno perso il beneficio, considerando la composizione familiare. La proposta è stata presentata durante un incontro nella sala riunioni dei gruppi regionali in via Crispi, moderato dalla giornalista Maria Rita Galati. All’evento hanno partecipato, oltre a Raffaele Mammoliti, il segretario provinciale della Federazione del PD di Catanzaro, Domenico Giampà, la responsabile del settore diritti e cittadinanza del PD Calabria, Marwa el Afia, la presidente dell’assemblea regionale del PD, Giusy Iemma, e la responsabile Welfare e Lavoro del PD Calabria, Anna Pittelli.

Mammoliti ha commentato la proposta affermando che, di fronte ai problemi della fragilità, il Partito Democratico cerca di dare dignità, come indicato dall’articolo 3 della Costituzione. Ha evidenziato le difficoltà causate dal governo nazionale di centrodestra e ha proposto un sussidio mensile di 500 euro per tre anni, aperto ai contributi di tutti i consiglieri. La misura, con un costo di 60 milioni di euro, sarebbe sostenuta dai fondi comunitari 2021-2027, in particolare nella Missione 4 Inclusione sociale (dotata di 158 milioni di euro) e nella Missione del Piano nazionale di ripresa e resilienza, ‘Garanzia occupabilità lavoratori’ (Gol), con 80 milioni di euro a disposizione per la Calabria. Mammoliti ha aggiunto che il “Reddito di Dignità” comprenderebbe un patto di inclusione sociale con tirocini di orientamento e inserimento lavorativo, valutazioni del nucleo familiare tramite i servizi sociali e coinvolgimento dei Centri per l’impiego. La platea interessata sarebbe quella dei cittadini di età compresa tra 18 e 59 anni con un ISEE inferiore a 9.360 euro.

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W7-Deloitte, parità di genere tra priorità del G7. Italia in prima linea

Colmare il divario di genere rappresenta una delle sfide più significative per promuovere una crescita economica inclusiva. Secondo stime del World Economic Forum, infatti, nonostante alcuni progressi in Europa, ci vorranno ancora 67 anni per raggiungere la piena parità di genere. L’Italia, in particolare, si colloca all’87° posto nel ranking globale secondo il WEF Gender Gap Index Report, registrando un punteggio in crescita rispetto al 2014 ma rimanendo comunque al di sotto della media europea. Risultati simili sono ottenuti nel Gender Equality Index dove l’Italia – che ha registrato un notevole progresso dal 2013 – si colloca al 13° posto su 27 Paesi analizzati, totalizzando un punteggio complessivo anche in questo inferiore alla media europea (68,2 punti vs 70,2).

Con tali premesse, appare fondamentale favorire iniziative e politiche a sostegno dell’emancipazione femminile che possano contribuire a ridurre la disuguaglianza. Questo è quanto emerge dal position paper di Deloitte in collaborazione con le W7 Chairs, presentato in occasione della Ministeriale di Matera sulle Pari Opportunità dedicata all’Empowerment Finanziario Femminile.
“Investire in progetti a favore delle donne, come i Gender Bond o il microcredito, può contribuire a generare risultati tangibili, favorendo l’accesso al capitale, riducendo la disuguaglianza salariale e aumentando la rappresentanza femminile in posizioni decisionali – afferma Fabio Pompei, CEO di Deloitte Central Mediterranean -. Il contributo delle donne al mondo del lavoro è essenziale e lo sarà sempre di più, soprattutto se vogliamo favorire una crescita inclusiva e sostenibile delle economie del G7”.

Il position paper di Deloitte sul Financial Empowerment evidenzia come, nonostante la pandemia di COVID-19 e le crisi geopolitiche abbiano rallentato i progressi verso la parità di genere, vi siano stati miglioramenti moderati. Secondo il Global Gender Gap Index e il Gender Equality Index, rispettivamente gli strumenti che permettono di misurare la portata delle disparità di genere a livello mondiale, tra i Paesi membri dell’Unione Europea, a livello internazionale paesi come Islanda, Finlandia e Norvegia continuano a guidare la classifica per la parità di genere, mentre l’Italia ha fatto progressi significativi in ambito sanitario e formativo, rimanendo tuttavia indietro nei settori del lavoro e della retribuzione.
Claudia Segre, Co-Chair del W7, aggiunge: “Supportare l’empowerment finanziario femminile non è solo un diritto fondamentale, ma anche un passo cruciale per colmare il divario di genere e costruire un futuro prospero per l’intera società. L’alfabetizzazione finanziaria delle donne in tutta la loro diversità deve essere una priorità per il raggiungimento degli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile dell’Agenda 2030”.

“L’Italia ha l’opportunità di accelerare il progresso verso la parità di genere. Attraverso politiche ambiziose e concrete, è possibile favorire una crescita economica più equa e inclusiva, permettendo a tutte le donne di esprimere pienamente il loro potenziale e contribuire al futuro del Paese”, conclude Fabio Pompei.

– foto ufficio stampa Deloitte –

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Webuild, a Palermo affluenza record di candidati ai Recruiting Day

Risultati oltre le attese per le prime due giornate dedicate alla ricerca di operatori di cantiere organizzate dal gruppo Webuild in collaborazione con la Regione Siciliana. Sono stati in tutto 863 i candidati incontrati a Palermo, nella sede dell’assessorato regionale del Territorio e dell’ambiente. Tra questi anche 88 neodiplomati individuati con il supporto dell’Ufficio scolastico regionale. Inizialmente gli iscritti alla piattaforma per accedere ai colloqui erano circa 600.

L’iniziativa è stata suddivisa in due giornate: la prima aperta a persone, con e senza esperienza, attualmente inoccupate, in stato di disoccupazione o che vogliono intraprendere un nuovo percorso nel settore edilizio. La seconda, invece, rivolta a giovani diplomati degli istituti tecnici e professionali.
Mercoledì 9 e giovedì 10 ottobre le selezioni proseguiranno a Catania nella sede della Presidenza della Regione, palazzo ex-Ese, in via Beato Bernardo n. 5, sempre con la stessa modalità: il primo giorno sarà dedicato a inoccupati e disoccupati, il secondo a neodiplomati. Al momento si sono registrati in 900: un numero che renderà necessario effettuare i colloqui anche in sessioni pomeridiane come già avvenuto a Palermo. Sono invece circa 80 i neodiplomati contattati tramite i canali dell’Usr Sicilia.

I recruiting day sono stati organizzati nell’ambito di “Cantiere Lavoro Italia”, programma di formazione e impiego di Webuild, in seguito alla firma del protocollo d’intesa avvenuta lo scorso novembre tra il presidente della Regione Siciliana, Renato Schifani, e l’amministratore delegato di Webuild, Pietro Salini. Si tratta di selezioni propedeutiche all’avvio dei corsi di formazione pre-assunzione per operatori di cantiere del Gruppo.
Per partecipare è necessario registrarsi sulle pagine dedicate di Randstand ed Adecco. Tutte le informazioni utili sono disponibili a questo link: webuildgroup.com/it/carriere/cantiere-lavoro-italia/recruiting-day/

– Foto Agenzia Fotogramma –

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Manovra, Salutequità “Garantire la piena sostenibilità del SSN”

“La prossima Manovra di Bilancio per rafforzare la sanità pubblica dovrà essere “espansiva”. Qualora Governo e Parlamento scegliessero invece una “formula restrittiva” le difficoltà di accessibilità alle cure che vivono i cittadini potrebbero aggravarsi, nonostante il Diritto alla Salute prevalga sull’equilibrio di Bilancio, come ricorda anche la Corte dei conti nella sua Relazione sulla Gestione Finanziaria delle Regioni 2020- 2023. Le risorse sono fondamentali e per garantire piena sostenibilità del SSN servono subito anche politiche sanitarie riformatrici, con correttivi sui sistemi di remunerazione, organizzazione, gestione e valutazione, altrimenti gli incrementi di risorse potrebbero non essere capitalizzati al meglio. Sarebbe come cercare di riempire un secchio bucato”. Lo ha detto Tonino Aceti, presidente di Salutequità, a margine dell’Equity Group Sostenibilità ed Equità promosso da Salutequità, un incontro a porte chiuse durante il quale i rappresentanti di istituzioni, Ministero della salute, Regioni, Istituto superiore di Sanità, Agenas, centri di ricerca, imprese, professioni e aziende sanitarie, pazienti, deputati e senatori, hanno dibattuto sulla situazione, sulle priorità e sui correttivi necessari per salvaguardare universalità, equità e, appunto, sostenibilità del Servizio sanitario nazionale.

“Il Ssn oggi non sa leggere la domanda di assistenza che cambia e adeguare tempestivamente le risposte, e tutto questo è confermato innanzitutto da una programmazione sanitaria nazionale ferma al 2006, rischiando di non renderlo utile per i cittadini e attrattivo per i professionisti che vi lavorano”, ha aggiunto Aceti.
Nel corso della giornata è stata presentata la cornice internazionale che vede tutti i sistemi sanitari in difficoltà finanziarie, non solo quelli totalmente pubblici; sono state sottolineate anche l’importanza della ricerca e dei trial clinici come ambito per attrarre e recuperare risorse; la misurazione dell’impatto positivo dell’innovazione tecnologica e farmacologica sui sistemi sanitari; le interdipendenze che il servizio sanitario ha con tutti gli altri settori di politiche pubbliche per garantire la salute delle comunità; il contributo della partnership pubblico privato; l’importanza di una comunicazione positiva del valore che ogni giorno porta il SSN e un impegno specifico per un vero e proprio engagement del cittadino/paziente.
Le soluzioni e le proposte raccolte saranno presentate ufficialmente anche a Governo, istituzioni e Regioni in occasione del Summit annuale di Salutequità per tirare le somme sulle evidenze raccolte e proporre soluzioni reali, percorribili e mirate per risolvere gli squilibri del sistema.

“Prendersi cura del SSN attraverso il confronto tra tutti gli stakeholder sulle difficoltà e sulle proposte migliorative è il contributo che vogliamo dare per tutelare il diritto alla salute attraverso la più grande opera pubblica che ha realizzato il nostro Paese per garantire democrazia, pari opportunità ed equità”, ha concluso Aceti.

– foto: Ipa Agency –

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