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Taranto | Ex Ilva: la protesta dell’indotto, blocchi stradali e corteo

L’associazione Aigi, che conta sull’adesione dell’80% delle imprese operanti con l’ex Ilva di Taranto, intensifica la protesta e richiede garanzie sul pagamento dei crediti accumulati dalle imprese, ammontanti a 120 milioni di euro. Esiste il timore che tali crediti possano essere compromessi in seguito al ricorso all’amministrazione straordinaria.

Dal presidio presso la portineria C dello stabilimento, iniziato alle 5.30, è partito un corteo con la partecipazione di lavoratori e mezzi diretti verso la città. Si è appreso che questo corteo ha causato temporanei blocchi stradali e rallentamenti al traffico sulla statale 106 ionica e sulla statale Appia.

Già ieri, l’associazione aveva avviato la mobilitazione con la sospensione a tempo indeterminato delle attività, garantendo esclusivamente le prestazioni legate alla sicurezza degli impianti, e con sit-in davanti alle portinerie. Aigi esige il pagamento di tutte le fatture emesse entro il 31 dicembre 2023 e la presentazione di un “credibile piano industriale” che assicuri la continuità produttiva.

Nonostante il ministro delle Imprese e del Made in Italy Adolfo Urso abbia convocato per oggi alle 13, in videoconferenza, le associazioni rappresentanti delle aziende fornitrici e dell’indotto di Acciaierie d’Italia per aggiornamenti sulla situazione dell’ex Ilva e in relazione alle recenti decisioni del governo, la nuova protesta è scattata. Alla riunione parteciperà anche il ministro del Lavoro e delle Politiche sociali, Marina Calderone. Secondo quanto emerso dal vertice di ieri con i sindacati, l’intenzione del governo è di procedere a un commissariamento temporaneo per chiudere la collaborazione con la multinazionale, cercando i migliori partner privati per garantire la continuità produttiva, l’occupazione e la sicurezza dei lavoratori.

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