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Calabria

Reggio Calabria | Bimbo di 13 anni muore nel sonno. Allarme della Regione Calabria.

Giuseppe, un giovane di soli 13 anni originario della Calabria, è stato tragicamente portato via dalla vita in una notte silenziosa a causa di un infarto, solo pochi giorni fa. Questo evento straziante ha lasciato i suoi genitori e il suo fratellino in lutto. Purtroppo, questa non è stata l’unica tragedia che ha colpito la regione di recente. A Reggio Calabria, una giovane donna di 22 anni, identificata come L., sembra sia stata colpita da un improvviso malore, secondo le prime indagini, durante la giornata di ieri.

Epicuro affermava che non dovremmo temere la morte, poiché quando essa arriva, non siamo più presenti. Sfortunatamente, sfuggire alla morte è al di là del nostro controllo. Tuttavia, la morte improvvisa a una giovane età è qualcosa che non può e non deve lasciare nessuno indifferente, specialmente quando il giovane in questione stava bene fino al giorno precedente e inseguiva i propri sogni sulla via della vita.

In risposta alle numerose segnalazioni di “decessi anomali” e alle preoccupazioni dei cittadini, l’Assessore alla Salute della Regione Calabria, Anna Maria Stanganelli, ha deciso di intraprendere un’azione. Ha deciso di convocare il primo tavolo tecnico del Sud Italia, che coinvolgerà medici, esperti ed associazioni al fine di fare luce sulle possibili cause di questi decessi improvvisi in individui giovani e apparentemente sani.

Questo dibattito mirerà a consentire ai medici di informare il pubblico su come prevenire arresti cardiaci, ischemie, trombosi e altri problemi di salute. Si cercherà di capire se esistano esami in grado di prevenire tali tragedie e se ci siano legami tra i decessi improvvisi, danni al cuore, pericarditi silenti, fattori genetici, malattie infettive pregresse e non, compreso il COVID, e eventuali vaccinazioni.

Di fronte a queste domande sollevate più volte dai cittadini e alle richieste di numerose associazioni e comitati, come “Calabria per la Verità” della Prof.ssa Bianca Laura Granato, oltre al “Comitato Cittadino” e “Advocati per la Vita,” l’Assessore alla Salute ha espresso la sua intenzione di avviare un tavolo tecnico. Questo tavolo avrà il compito di valutare e monitorare il fenomeno, sia da un punto di vista retrospettivo che prospettico, in quanto le questioni sanitarie richiedono una solida base scientifica a sostegno degli sforzi istituzionali, delle organizzazioni scientifiche e dei pazienti.

Allo stesso tempo, si punterà a sensibilizzare e prevenire le patologie cardiovascolari, iniziando fin dalle scuole. Questo è un tema su cui l’Assessore alla Salute ha discusso di recente con il Prof. Franco Corbelli, un leader dei diritti civili, autore della proposta di legge regionale che ha istituito la figura dell’Assessore alla Salute in Calabria. Insieme al quotidiano “La Verità,” stanno conducendo una campagna di prevenzione cardiologica, specialmente tra gli studenti.

Questi sforzi riceveranno il supporto di figure come il Professore Massimiliano Ferrara, docente di Matematica per l’Economia presso l’Università Mediterranea di Reggio Calabria, il Dott. Giovanni Tripepi, Dirigente di Ricerca presso l’Istituto di Fisiologia Clinica del Consiglio Nazionale delle Ricerche, sede di Reggio Calabria, e il Primario di Cardiologia presso l’Ospedale di Lamezia Terme, Roberto Ceravolo.

Anna Maria Stanganelli ha dichiarato: “Mi impegno a condividere le preoccupazioni dei cittadini e il dolore delle famiglie di queste giovani vite, promettendo il massimo impegno nel rispondere alle domande che mi sono state rivolte.”

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Cutro (KR) | Accusato di aggressione sessuale era ricercato in Inghilterra, arrestato iracheno

Un cittadino iracheno di 49 anni, residente a Cutro, è stato arrestato dalla Squadra Mobile della Questura di Crotone, poiché ricercato a livello internazionale per reati di aggressione e violenza sessuale. Le accuse risalgono a episodi avvenuti nel 2018 e nel 2019 in Inghilterra, in particolare a Liverpool e Loughborough, dove l’uomo sarebbe stato responsabile di aggressioni nei confronti di due donne.

La cattura è avvenuta a seguito di una segnalazione da parte del Servizio per la Cooperazione Internazionale di Polizia, che ha attivato le indagini necessarie. Grazie a un’attenta attività investigativa, gli agenti sono riusciti a rintracciare l’individuo, che aveva recentemente fatto ingresso in Italia viaggiando in autobus. L’arresto rappresenta un’importante operazione per la sicurezza e il contrasto alla criminalità internazionale, dimostrando l’efficacia della cooperazione tra le forze di polizia nazionali e internazionali.

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Calabria | ‘Ndrangheta: Operazione nel crotonese, 31 misure

I Carabinieri del Comando provinciale di Crotone, supportati da unità provenienti da altre province calabresi, hanno eseguito un’operazione di vasta portata che ha portato all’arresto di 31 individui legati a cosche mafiose del territorio. Il provvedimento, richiesto dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Catanzaro e convalidato dal Gip, prevede 15 custodie in carcere, 7 arresti domiciliari e 9 obblighi di dimora.

Le indagini sono iniziate dopo un episodio estorsivo ai danni di un imprenditore di Cutro, rivelando una rete complessa di attività illegali tra cui estorsione, usura e traffico di stupefacenti. Questo scenario si è delineato dopo l’arresto del boss Nicolino Grande Aracri e ha messo in luce la rivalità tra la famiglia Martino, già legata a Grande Aracri, e un’altra cosca locale.

L’inchiesta, condotta attraverso intercettazioni e attività di osservazione, ha fatto emergere la capacità della famiglia Martino di esercitare il controllo sul territorio mediante intimidazioni, estorsioni e traffico di droga. Inoltre, i militari hanno documentato la disponibilità di armi da parte degli indagati, confermando l’operatività dell’associazione mafiosa in questione.

La scoperta di danneggiamenti a veicoli appartenenti a membri di spicco della famiglia Martino ha fornito ulteriori elementi per comprendere le dinamiche interne e le relazioni tra le varie cosche della provincia. Questo intervento dei Carabinieri rappresenta un importante passo avanti nella lotta contro la criminalità organizzata nella regione.

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Reggio Calabria | Confiscati beni a soggetto contiguo alla cosca Bellocco di Rosarno

Le forze della Guardia di Finanza dei comandi provinciali di Reggio Calabria e Firenze, insieme al personale dello S.C.I.C.O. (Servizio Centrale Investigazione Criminalità Organizzata), hanno portato a termine un’importante operazione volta a contrastare le attività illecite della criminalità organizzata, con particolare riferimento alla cosca “Bellocco” di Rosarno. L’operazione, coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia (DDA) di Reggio Calabria, ha condotto all’applicazione di misure di prevenzione sia personali che patrimoniali nei confronti di un soggetto ritenuto vicino a questo gruppo criminale.

L’intervento ha comportato la sorveglianza speciale con obbligo di soggiorno nel comune di residenza per l’indagato, nonché la confisca di beni del valore complessivo di circa 200 mila euro. I beni confiscati comprendono un’attività commerciale, un’imbarcazione da pesca, diversi veicoli e un fabbricato, tutti ritenuti sproporzionati rispetto alle entrate legittime dichiarate dal soggetto.

Le indagini che hanno portato a questo risultato sono state condotte nell’ambito di diverse operazioni di contrasto alla criminalità, tra cui “Magma”, “Erba di Grace” e “Buenaventura”. In particolare, il soggetto coinvolto era già stato condannato per traffico internazionale di stupefacenti e per estorsioni aggravate dal metodo mafioso. L’operazione “Magma”, conclusa nel 2019, aveva visto l’emissione di numerosi provvedimenti cautelari, mentre “Erba di Grace” e “Buenaventura” si erano concentrate su reati legati al traffico di droga e all’usura.

Il lavoro congiunto delle DDA di Reggio Calabria e Firenze, insieme ai reparti specializzati della Guardia di Finanza, ha permesso di ricostruire la situazione economica e patrimoniale del soggetto, dimostrando una netta sproporzione tra i beni posseduti e le entrate ufficialmente dichiarate. La successiva confisca del patrimonio ha rappresentato un duro colpo per le attività economiche legate alla cosca, confermando l’impegno costante delle istituzioni nel colpire non solo le persone coinvolte, ma anche le risorse finanziarie e materiali che alimentano le organizzazioni mafiose.

L’operazione evidenzia l’importanza delle indagini patrimoniali nel contrasto alla mafia, puntando a smantellare i network economici che sostengono le attività illecite. Grazie all’efficace collaborazione tra le varie Procure e le unità investigative, si continua a lavorare per garantire la legalità e proteggere il tessuto imprenditoriale sano dalla contaminazione mafiosa.

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