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Calabria

Reggio Emilia | Due calabresi arrestati per usura ed estorsione aggravata

Nella notte appena trascorsa, la Guardia di Finanza di Reggio Emilia ha eseguito tre ordinanze di custodia cautelare in carcere nei confronti di individui coinvolti in attività di usura ed estorsione aggravata. Gli arrestati, due uomini di origine calabrese e un imprenditore locale, sono già noti alle forze dell’ordine per precedenti provvedimenti restrittivi e sono stati presi nell’ambito dell’operazione “Minefield”.

Questa operazione, avviata lo scorso agosto, ha visto un’intensa attività investigativa che ha portato alla luce un articolato schema di estorsione e usura. Gli arrestati sono accusati di aver imposto richieste di denaro illecite, approfittando della loro posizione e delle vulnerabilità delle vittime. Un imprenditore campano, che ha fornito informazioni cruciali agli inquirenti, ha descritto dettagliatamente come fosse stato inserito in un meccanismo criminale e sottoposto a pressioni per pagare somme di denaro, sia a scopo estorsivo che usurario.

Le indagini, condotte dalla Guardia di Finanza di Reggio Emilia, hanno rivelato che gli arrestati, nonostante fossero sottoposti a misure restrittive precedenti, continuavano a operare nel settore dell’illecito, tentando di riscuotere crediti in modo abusivo. La loro attività illecita ha incluso anche la violazione del divieto di comunicare imposto durante la loro detenzione domiciliare.

In seguito a questi sviluppi, il gruppo di investigatori ha collegato l’attività degli arrestati a tre complici già arrestati ad agosto, anch’essi accusati di estorsione e minacce nei confronti dello stesso imprenditore campano. Questi individui sono stati associati a ambienti della criminalità organizzata, contribuendo a rafforzare la rete di estorsioni e usura.

L’operazione “Minefield” ha avuto inizio lo scorso febbraio, quando sono stati scoperti legami tra un’associazione per delinquere e una serie di società fittizie, gestite da individui originari di Cutro e da professionisti calabresi e campani, oltre a cittadini reggiani e pugliesi. Questo gruppo, attraverso una rete di imprese fittizie, ha gestito un ampio giro d’affari stimabile in oltre 30 milioni di euro, operando in settori come le pulizie, la cantieristica e altri servizi legati alla criminalità organizzata.

I recenti arresti rappresentano un ulteriore passo nella lotta contro le attività criminose e l’usura, dimostrando l’impegno delle forze dell’ordine nel contrastare la criminalità e garantire giustizia per le vittime di queste pratiche illecite.

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