Cultura
“L’amore non lo vede nessuno”, l’ultimo romanzo di Giovanni Grasso
“L’amore non lo vede nessuno” è il libro scritto da Giovanni Grasso, edito da Rizzoli, che lo stesso autore ha presentato all’Auditorium Parco della Musica a Roma, in un accurato dialogo con Agnese Pini. Tra un aspetto e l’altro del libro, Greta Scarano e Cesare Bocci hanno letto e interpretato alcuni estratti del romanzo. Inoltre, la musica di Stefano Di Battista e il suo quintetto jazz ha accompagnato l’intera presentazione. In questo racconto che indaga l’animo umano, Grasso ha voluto intraprendere “un viaggio molto profondo all’interno della coscienza di tutti i personaggi”. Un percorso emblematico che assume diversi significati a partire dal titolo, l’amore non lo vede nessuno, che è “una frase di una predica di Sant’Agostino, in cui vuole dimostrare l’esistenza di Dio che non si vede ma se ne vedono gli effetti. Come l’amore che non si vede ma si vede nei volti degli innamorati”.
Quest’ultimo romanzo di Grasso racconta una storia che nasce con un giallo ma che poi esplora internamente l’essere umano e i rapporti tra esseri umani attraverso tre personaggi principali: Federica, una ragazza dalla vita “scintillante”, morta in un misterioso incidente stradale, Silvia la sorella, una donna più pacata, e un misterioso signor P. con cui Federica ha avuto una relazione. “E’ un romanzo che si apre con un mistero, con la morte di una ragazza in un incidente dai contorni non perfettamente delineati – racconta l’autore -. Tutto accade con questo incidente stradale” e da lì inizia il racconto vero e proprio. Il racconto di una relazione e delle diverse personalità coinvolte.
Il giornalista ha aggiunto “Volevo misurarmi con le ombre dell’anima e fare un libro in cui alla fine si scoprirà che nessuno è veramente colpevole e veramente innocente. Mi volevo confrontare con il grigio, con la zona d’ombra”.
Esistenza, narcisismo ed empatia, perdono e soprattutto amore. Questi sono gli ingredienti del romanzo. Soprattutto l’amore nelle sue diverse forme, da diversi punti di vista.
E’, infatti, anche un’analisi sull’amore relativo e l’amore assoluto. Di questo viaggio all’interno dei personaggi, che si compone come una moderna tragedia umana, Grasso alla domanda sulla possibilità che ci sia la salvezza, risponde “Credo di sì. Sarebbe contrario alla mia formazione. Penso che alla fine quello che rimane è il concetto di perdono. La condizione umana è quella dell’errore, dell’imperfezione, della difficoltà e della fatica. Se vogliamo avere un rapporto di empatia, non tossico, con gli altri e una vita contrassegnata dall’affetto, dobbiamo saper perdonare gli altri per le loro mancanze. Credo che l’unico vero modo per perdonare noi stessi sia di perdonare gli altri”.
“Dovremmo debuttare al Festival di Spoleto”, ha rivelato, infine, lo stesso autore, consigliere per la stampa e la comunicazione del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, rispetto alla trasposizione del romanzo in un testo teatrale “Il regista sarà Pietro Maccarinelli. Le scene le farà Massimiliano Fuksas e i personaggi saranno solo 4. Speriamo in questo nuovo traguardo per luglio dell’anno prossimo”.
– foto xl5/Italpress –
(ITALPRESS).
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