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Katy Perry e l’ennesima crisi creativa: perché “143” delude?

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Katy Perry torna sulle scene con il suo nuovo album “143”, ma l’attesa sembra svanire di fronte a un lavoro che non riesce a risvegliare l’interesse del pubblico. Dopo i deludenti risultati di “Witness” e “Smile”, la popstar californiana sperava di rilanciarsi, ma il suo tentativo appare fallimentare.

Le undici tracce presentano sonorità che sembrano ancorate a un passato pop che ha fatto il suo tempo, con scelte musicali che non riescono a rispecchiare le tendenze attuali. La collaborazione con Dr. Luke, produttore controverso, sembra un tentativo di ricreare il pop festaiolo degli anni 2010, ma il risultato è un insieme di cliché musicali e duetti poco convincenti.

L’album si distingue per la sua mancanza di innovazione, presentando un mix di dance-pop e elementi EDM che suonano già superati. Anche se la Perry ha dimostrato di saper conquistare le classifiche, il suo approccio attuale appare distante dalle esigenze di un mercato musicale in continua evoluzione.

La domanda che molti si pongono è: è possibile che Katy Perry debba reinventarsi per riconquistare un posto nell’élite del pop? Magari ispirandosi a colleghe come Kylie Minogue, che ha saputo rinnovarsi con successo. “143” non è necessariamente un brutto album, ma rappresenta un’opportunità sprecata per una carriera che meriterebbe di brillare ancora. Se Perry non cambia rotta, rischia di diventare un’icona nostalgica, piuttosto che un’artista attuale e rilevante.

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