Campania
Maxi-operazione della GdF tra Latina e Salerno: scoperta frode fiscale da oltre 80 milioni di euro sui bonus edilizi
Nella mattinata odierna, la Guardia di Finanza di Latina, in coordinamento con la Procura della Repubblica di Cassino, ha dato il via a una vasta operazione di polizia in diverse località del sud pontino e della provincia di Salerno. L’attività, condotta dalle Fiamme Gialle di Formia, ha portato all’esecuzione di 11 misure cautelari personali, tra cui 4 arresti domiciliari e 7 obblighi di firma, nei confronti di soggetti ritenuti membri di un’organizzazione criminale dedita alla creazione e commercializzazione di falsi crediti d’imposta per un valore complessivo di oltre 79 milioni di euro.
Le indagini, avviate nel 2022, si sono concentrate su un sodalizio criminale operante tra Formia e Salerno, che avrebbe approfittato delle misure di sostegno economico emanate dal Governo con il decreto rilancio (D.L. 34/2020) durante l’emergenza Covid-19. Attraverso sofisticati meccanismi di frode, il gruppo creava crediti fiscali inesistenti, tra cui bonus facciate, ristrutturazioni, ecobonus e superbonus, per poi cederli a ignari acquirenti, ingannando l’Agenzia delle Entrate e provocando un ingente danno alle casse dello Stato.
Le indagini, condotte con l’ausilio di unità cinofile e supporto tecnico, hanno portato all’esecuzione di 33 perquisizioni e al sequestro di beni mobili, immobili e asset societari legati ai reati contestati, tra cui truffa aggravata, autoriciclaggio e associazione per delinquere.
L’organizzazione, composta da 32 soggetti, tra cui imprenditori e prestanome, aveva creato una rete ben strutturata, che operava principalmente tramite la piattaforma dell’Agenzia delle Entrate per la cessione dei crediti d’imposta. Una volta generati i crediti fittizi, questi venivano venduti e monetizzati, confondendosi con crediti legittimi, rendendo difficile il controllo da parte delle autorità.
Oltre al danno fiscale, l’inchiesta ha rivelato come i proventi della frode, stimati in circa 8 milioni di euro, venissero reinvestiti in attività commerciali, immobiliari e operazioni di gioco online. Parte delle somme veniva inoltre trasferita su conti esteri, tra cui una società residente in Inghilterra, gestita da un consulente del lavoro coinvolto nell’inchiesta.
Le indagini hanno inoltre confermato che l’organizzazione ha continuato a operare anche dopo le modifiche legislative introdotte dal decreto antifrode del 2021, dimostrando l’abilità del gruppo nel eludere le normative antifrode.
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