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Procedura di liquidazione coatta del Corap, trasferimento dei beni e del personale in servizio

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Negli ultimi giorni, il destino del Corap, il Consorzio regionale per lo sviluppo delle aree produttive, sembra essere definitivamente segnato. La Giunta regionale ha infatti preso una decisione cruciale: dare avvio alla fase conclusiva del processo di liquidazione coatta dell’ente, avviato nel novembre 2021. Il Corap, nato nel 2016 per accorpare vari consorzi provinciali e supportare lo sviluppo delle aree industriali, è stato gravato da problemi strutturali e una difficile situazione finanziaria, che ne hanno reso impossibile il rilancio.

Con l’approvazione dell’atto d’indirizzo da parte della Giunta, il commissario liquidatore ha ora il compito di completare la redistribuzione di beni e personale. Il piano prevede che parte del patrimonio del Corap torni sotto il controllo diretto della Regione, mentre altri beni, strettamente legati allo sviluppo delle aree industriali, saranno trasferiti alla nuova Agenzia per le aree industriali e l’attrazione degli investimenti (Arsai). Quest’ultima avrà il compito di proseguire le attività in quei territori in cui il Corap non è riuscito a incidere in maniera significativa. Alcune funzioni specifiche, come la gestione del servizio idrico integrato, saranno invece assegnate all’Arrical, un’altra entità che si occuperà di questi compiti.

Il processo di liquidazione è una tappa significativa anche per i circa 70 dipendenti rimasti, che negli ultimi anni hanno vissuto nell’incertezza. Per loro si apre ora la prospettiva di un trasferimento all’Arsai, un passaggio atteso e che potrebbe finalmente portare stabilità dopo un lungo periodo di precarietà. Il Corap, inizialmente concepito per promuovere nuove iniziative imprenditoriali e sostenere lo sviluppo industriale, è stato purtroppo paralizzato da un’enorme mole di debiti, che ha impedito all’ente di raggiungere gli obiettivi prefissati.

Questa fase di transizione rappresenta dunque la chiusura di un capitolo controverso e l’inizio di un nuovo percorso per la gestione delle aree produttive regionali, nella speranza che la riorganizzazione degli asset e delle competenze possa finalmente dare nuovo impulso allo sviluppo industriale e all’attrazione di investimenti nel territorio.

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