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Tribunale civile di Milano | Riconosciuto lo status di apolide a una donna di etnia Rom nata in Italia

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Un’importante decisione del Tribunale civile di Milano ha portato alla luce una storia di integrazione sociale e di diritti riconosciuti a una donna di etnia Rom, ma nata in Italia. Questa sentenza, che ha conferito lo status di apolide alla donna, rappresenta un caso raro nel contesto italiano e offre alla 31enne una serie di diritti essenziali come il permesso di soggiorno, l’accesso all’istruzione, all’assistenza sanitaria e alla pensione.

La vicenda che ha condotto il giudice Pietro Caccialanza a prendere questa decisione si fonda su una storia complessa. I genitori della donna erano fuggiti da Mostar durante la guerra nei Balcani negli anni ’90 e si erano stabiliti in Toscana poco prima della sua nascita. Tuttavia, con la recente formazione dello stato della Bosnia-Erzegovina e le difficoltà politiche dell’epoca, non è stato possibile trasferirle la cittadinanza del nuovo stato.

La donna, ora 31enne, ha vissuto in Italia per tutta la sua vita, senza mai possedere una cittadinanza formale. Dopo il matrimonio e la nascita di quattro figli, la famiglia ha trovato una sistemazione stabile in un appartamento assegnato dal Comune di Milano, lontano dai campi nomadi. Il marito lavora costantemente per sostenere la famiglia, mentre i bambini frequentano la scuola.

Il percorso che ha portato al riconoscimento del suo status di apolide è stato considerato positivo, anche grazie alla mancanza di risposta da parte del consolato della Bosnia ed Erzegovina riguardo alla cittadinanza e alla scadenza dei termini per la richiesta in Italia. Il caso è stato descritto come “premiante” da uno degli operatori del Comune che ha seguito la donna, sottolineando il suo impegno e il suo legame con il territorio italiano.

Questa decisione rappresenta un passo significativo nel riconoscimento dei diritti degli apolidi e nella promozione dell’integrazione sociale, dimostrando come il sistema giuridico possa rispondere alle esigenze di individui che, pur non avendo una cittadinanza formale, sono pienamente inseriti nella società.

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