Connect with us

Cronaca

Treviso | Falsi appalti per 4,3 milioni di euro nel packaging: denunciati 8 imprenditori

adn24 treviso | falsi appalti per 43 milioni di euro nel packaging denunciati 8 imprenditori

Le Fiamme Gialle del Comando Provinciale di Treviso hanno portato a termine un’indagine su frodi fiscali e interposizione illegale di manodopera nel settore del packaging e grafico trevigiano. Sono stati scoperti falsi contratti d’appalto per servizi, del valore di 4,3 milioni di euro, utilizzati per mascherare illecite esternalizzazioni di lavoratori dediti alla produzione di imballaggi in carta e cartone.

Otto imprenditori, tra cui tre italiani e cinque stranieri, sono stati denunciati alla Procura della Repubblica per reati tributari e somministrazione fraudolenta di manodopera. Inoltre, due società sono state segnalate per responsabilità amministrativa dipendente da reato, poiché le violazioni tributarie sono state commesse nel loro interesse e vantaggio dagli amministratori.

Sul piano amministrativo, sono state inflitte sanzioni per 92 mila euro per violazioni delle normative sul lavoro. Le sei imprese coinvolte nella frode, tutte con sede in provincia di Treviso, comprendevano una società committente e tre società fornitrici di manodopera, con circa 40 dipendenti. I ricavi erano ripartiti mediante l’emissione di fatture per operazioni inesistenti da parte di altre due imprese, per un totale di circa 750 mila euro.

adn24 treviso | falsi appalti per 43 milioni di euro nel packaging denunciati 8 imprenditori
treviso | falsi appalti per 43 milioni di euro nel packaging denunciati 8 imprenditori

Le indagini, condotte dal Gruppo di Treviso, sono iniziate con l’analisi dei rapporti commerciali tra alcune imprese attive nel packaging e nel settore grafico della Marca trevigiana. È emerso un fenomeno insidioso e grave, poiché venivano aggirate le tutele del mondo del lavoro attraverso l’uso distorto di contratti d’appalto. Le imprese appaltatrici assumevano formalmente i lavoratori e assolvevano gli obblighi fiscali e contributivi, ma in realtà i rapporti tra committenti e società appaltatrici erano strutturati solo per “interporsi” tra i lavoratori e le aziende dove effettivamente prestavano servizio.

L’indagine ha rivelato l’assenza di elementi chiave che caratterizzano la liceità dell’appalto, come il rischio d’impresa e l’organizzazione autonoma di mezzi e risorse. I contratti erano commisurati esclusivamente al costo orario dei lavoratori, senza alcun legame con obiettivi di risultato, e le risorse erano dirette dalla committente, non dalle appaltatrici.

Le prove, tra cui fogli presenze, fogli di calcolo e messaggi di posta elettronica, hanno mostrato che gli operai seguivano gli ordini della committente, che decideva il numero dei dipendenti necessari, le mansioni, gli orari, i tempi e le modalità di lavoro. Gli operai consegnavano un rapportino giornaliero alla committente, che verificava l’attendibilità prima di permettere alla società appaltatrice di emettere la fattura.

Un parere legale trovato presso la principale società fornitrice dei lavoratori evidenziava le criticità nei rapporti con la committente, confermando che il contratto in essere non era realmente un contratto d’appalto. Da qui l’inesistenza giuridica delle fatture emesse dalle tre società appaltatrici nei confronti della committente.

L’operazione delle Fiamme Gialle ha messo in luce un sofisticato sistema di frode, tutelando i diritti dei lavoratori e contrastando l’evasione fiscale e contributiva nel settore.

LE PIU' LETTE

Riproduzione Riservata - Copyright © ASS. RADIO DEL BOSCO - redazione@adn24.it - PRIVACY