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La Terapia Anti-Cancro con Cellule Car-T: Rischi di Tumori Secondari

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Le terapie anticancro basate sulle cellule Car-T, considerate una pietra miliare nell’immunoterapia personalizzata, sono ora al centro di una crescente preoccupazione per il rischio di tumori secondari. Questa nuova frontiera terapeutica, approvata con entusiasmo nel 2017, ha recentemente suscitato allarmi da parte di agenzie regolatorie come la FDA negli Stati Uniti e l’EMA in Europa.

L’EMA ha avviato una revisione della sicurezza delle terapie Car-T, attualmente disponibili in Europa con marchi come Abecma, Breyanzi, Carvykti, Kymriah, Tecartus e Yescarta. La valutazione dell’EMA ha evidenziato che i pazienti trattati con queste terapie devono essere monitorati per tutta la vita a causa del rischio di sviluppare neoplasie secondarie.

Secondo i dati esaminati dal Comitato per la valutazione dei rischi in farmacovigilanza dell’EMA, su circa 42.500 pazienti trattati con Car-T, sono stati riportati 38 casi di tumori maligni secondari. In sette di questi casi, è stato confermato il recettore chimerico dell’antigene (Car-T) all’interno dei tessuti tumorali, indicando un legame diretto tra la terapia e l’insorgenza di tumori secondari.

Questi tumori si sono manifestati in un periodo variabile da poche settimane fino a diversi anni dopo il trattamento con Car-T. Di fronte a queste scoperte, l’EMA e altre istituzioni hanno rafforzato la raccomandazione di un monitoraggio continuo della salute dei pazienti trattati con Car-T per l’intera durata della loro vita.

Le terapie Car-T rappresentano un approccio innovativo dove i linfociti T del paziente vengono modificati geneticamente in laboratorio per riconoscere e attaccare le cellule tumorali una volta reinseriti nel corpo del paziente. Questo “farmaco vivente” è utilizzato principalmente per trattare forme complesse di leucemia, linfoma e mieloma che non rispondono ai trattamenti convenzionali come chemioterapia e radioterapia.

Nonostante i rischi associati, le terapie Car-T hanno mostrato risultati promettenti nella remissione di tumori difficili da trattare, offrendo un’alternativa vitale per pazienti che non hanno risposto ad altre opzioni terapeutiche. Tuttavia, la necessità di un monitoraggio a lungo termine sottolinea l’importanza di comprendere e mitigare i potenziali effetti collaterali di questa terapia avanzata.

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