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La stilista Elisabetta Franchi dopo la condanna: “Non mi rivedo in quella frase, era una denuncia”

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Elisabetta Franchi ha destato scalpore con le sue dichiarazioni durante l’evento “Donne e Moda” il 4 maggio 2022. Parlando dei ruoli dirigenziali all’interno della sua azienda, ha espresso la preferenza per assumere donne over 40, affermando che avevano già compiuto tutti i passaggi significativi nella vita, inclusi matrimonio, figli e separazione. Queste parole hanno suscitato polemiche e sono state giudicate discriminanti dal Tribunale di Busto Arsizio.

La Betty Blu Spa, società della stilista, è stata condannata a versare 5.000 euro di risarcimento all’Associazione Nazionale per la Lotta alle Discriminazioni e a promuovere corsi contro la discriminazione di genere per tutti i dipendenti.

“In quelle parole non mi rivedo, quella frase non mi rappresenta, con il significato che mi è stato attribuito. Io parlavo della classe dirigenziale – spiega – Delle persone ai vertici. Non parlavo degli operai né degli impiegati. E dicevo che i dirigenti comunque arrivano a certi livelli solo a una certa età. Ed è la pura verità. Non è che esci dall’università e diventi dirigente. C’è un percorso, richiede qualche anno”.

In risposta alla sentenza, Elisabetta Franchi ha fornito la sua versione in un’intervista al Giornale. Ha chiarito di non riconoscersi nelle parole contestate e ha spiegato che si riferiva alla classe dirigenziale e al percorso che conduce a quei ruoli. Ha sottolineato che nel suo team, composto per il 78% da donne, ci sono cinque dirigenti donne e ha contestato l’accusa di discriminazione, affermando che ha denunciato la difficoltà delle donne nel conciliare vita lavorativa e privata.

Secondo Franchi, le sue parole riguardavano il mondo del lavoro in generale e non solo la sua azienda. Ha ribadito che non intendeva discriminare e che voleva solo evidenziare i problemi che le donne affrontano nel mondo lavorativo.

 “H0 cinque dirigenti donne. Tra gli operai c’è un 51 per cento di donne, tra gli impiegati l’80 per cento. Mi sa dire dov’è la discriminazione?”. E ancora chiarisce: “Semplicemente ho detto che per le donne spesso c’è quel famoso tetto di cristallo che tutti sappiamo. La mia è stata una denuncia. È inutile che facciamo finta che non sia così. Tante ragazze restano a casa perché hanno un bambino, e perché non si trova l’asilo nido, oppure costa troppo, e per tante altre ragioni. Si fermano lì. Preferiscono rinunciare al lavoro. Denunciavo il fatto che le donne spesso devono scegliere tra la vita privata e la carriera”.

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