Cronaca
Ilaria Salis | In tribunale senza catene, “ringrazio tutti”
In taxi, insieme ai suoi genitori, è giunta al tribunale Ilaria Salis. Questa volta, per la prima volta, non è stata condotta in aula con manette e catene alle caviglie. La 39enne attivista italiana è a processo a Budapest con l’accusa di aver aggredito dei militanti di estrema destra.
Salis si è prontamente mescolata tra i giornalisti e il gruppo dei suoi amici, tra cui Zerocalcare, che l’aspettavano all’esterno del tribunale per assistere alla terza udienza del suo processo.
“Desidero ringraziare tutti coloro che mi hanno sostenuto”, ha dichiarato l’attivista prima dell’inizio del processo, nel quale Zoltan Toth, uno degli aggrediti che ha testimoniato oggi, non ha riconosciuto Ilaria Salis.
“Vi è una notevole protezione per la persona aggredita, che è ungherese, mentre il domicilio di Ilaria viene esposto. È un sistema inaccettabile. Non mi sembra un processo equo”, ha commentato Roberto Salis durante una pausa del processo nei confronti della figlia. “È stata anche respinta la richiesta di aggiornare il processo fino a quando non avremo tutti gli atti in italiano. Faremo le opportune proteste anche su questo”, ha aggiunto.
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