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Cronaca

Roma | Saviano, “Sandokan parlerà davvero?”

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“La notizia del pentimento di Schiavone per me è stata travolgente. Anni fa lo avevo invitato a pentirsi dicendogli che il suo potere ormai era in crisi”.

Queste sono le parole di Roberto Saviano, autore del celebre romanzo “Gomorra”, esperto conoscitore del mondo affaristico e criminale della camorra. Saviano commenta sui social la notizia del pentimento di Francesco Schiavone, noto come Sandokan, ricordando il suo invito a collaborare con la giustizia nel 2010, dopo l’arresto del primo figlio.

“Schiavone è il capo del clan dei Casalesi, governato da una diarchia con Schiavone e Bidognetti”, spiega Saviano. “Il suo pentimento, se reale, potrebbe fare la differenza. Lui conosce mezzo secolo di storia del potere camorristico. Il suo clan è stato tra i pochissimi ad avere direttamente un proprio rappresentante al governo, il sottosegretario all’Economia Cosentino, che sta scontando il carcere per questo”.

“Siamo in attesa di vedere se davvero vuole collaborare”, sottolinea Saviano. “La grande paura è che abbia trovato un momento di equilibrio, sapendo bene che non c’è un vero contrasto da parte dello stato alle organizzazioni criminali. Sandokan non è antistato, è una parte dello stato. La camorra è una parte dello stato”.

“In 26 anni di carcere duro il silenzio gli ha garantito di continuare a essere re”, conclude Saviano. “Ora di certo non è più il capo, anche se dovesse raccontare poco non sarà più capo, ma può aver scelto di parlare per aggirare l’ergastolo ostativo che blocca la possibilità di uscire dal carcere anche se ha scontato 30 anni. Soltanto tempo e attenzione su queste dinamiche ci faranno capire”.

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