Napoli | Le Intercettazioni del racconto dell’orrore di Giuseppina Niglio al nipote Francesco Pio Valda sul padre

Giuseppina Niglio, con una spaventosa naturalezza, rivela al nipote Francesco Pio Valda il lato oscuro del suo passato familiare, narrando le oscure gesta del padre Ciro, vittima di un agguato di camorra nel gennaio 2013, poco dopo il suo rilascio dal carcere. Giuseppina non è una nonna comune e lo sa bene, definendosi “una bu….ina” e ammettendo di essere stata coinvolta nel sistema criminale. Parla dei crimini del figlio come se fossero racconti di favole o canzoncine, ma senza il filtro dell’innocenza.

Questo racconto avviene senza riserve, nell’intimità della sua abitazione, ignara di essere intercettata. Le conversazioni con i nipoti Francesco Pio e Giusy Valda, insieme a Vincenzo F. e un individuo identificato solo come Ciro, fanno parte di un’ordinanza cautelare che ha portato all’arresto di undici persone.

Giuseppina rivela dettagli cruenti degli omicidi, incluso il motivo e il modus operandi di ciascuno. Spiega anche l’inganno perpetrato contro il “rus delle sigarette”, coinvolto in una trappola letale.

Il racconto tocca livelli di depravazione quando viene rivelato che Ciro Valda ha ucciso persino il cane di una delle sue vittime.

Ma la parte più straziante arriva quando Giuseppina riflette sulla vita di Ciro e sui suoi figli, inconsapevoli della verità su di lui. Nonostante tutto, nutre ancora affetto per i ragazzi, ignorando le loro innocenti esistenze.

Il racconto prosegue con l’enumerazione degli omicidi commessi da Ciro, fino a un totale di tredici morti, tutti perpetrati con spietata indifferenza.

La conversazione si conclude con Francesco Pio che ricorda l’ennesimo omicidio del padre e con il ricordo delle sue stesse parole, rievocando l’angoscia e il peso delle sue azioni passate.

La storia di Ciro Valda è un oscuro racconto di violenza e distruzione, che ha segnato profondamente la vita di tutti coloro coinvolti, incluso il nipote Francesco Pio, che si trova dietro le sbarre per l’omicidio di Francesco Pio Maimone, un innocente pizzaiolo.