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Campania

Arzano | Tentata estorsione al clan Bellagio: 18 anni di carcere al clan della 167

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Il bar Bellagio è stato teatro di un tentativo di estorsione aggravata dal metodo mafioso, e ora il clan della 167 riceve la sua condanna definitiva. La sentenza è stata emessa di recente con la formula del rito abbreviato, coinvolgendo quattro individui chiave del clan che domina ad Arzano. Davide Pescatore, Giuseppe Bussola, Salvatore Lupoli e Antonio Alterio, tutti ritenuti esponenti di spicco e gregari della criminalità locale, sono stati condannati a 4 anni e 5 mesi di reclusione. La vicenda ha avuto inizio con la denuncia del proprietario del bar Bellagio, V.F., assistito dall’avvocato Alessandro Motta dell’associazione SOS Impresa Antiracket Antiusura APS, guidata dal presidente Gigi Cuomo. Oltre alla testimonianza dettagliata del commerciante, sono state cruciali le prove fornite dalle registrazioni delle telecamere di sorveglianza.

Il tentativo di estorsione da parte dei quattro, sostenuti dal loro legame con il clan e il loro passato criminale, consisteva nell’imporre al titolare del bar Bellagio il pagamento di una tangente mensile di 2000 euro per “gli amici di Arzano”, in cambio di tranquillità. Questo comportamento ha portato all’arresto di Bussola, Alterio e Lupoli lo scorso aprile, mentre Pescatore, noto anche come “Palo ‘e fierro”, è stato catturato successivamente dai carabinieri di Castello di Cisterna.

Pescatore, considerato un membro influente del clan della 167 di Arzano, fazione Monfregolo, è stato individuato in un edificio nel centro storico di Giugliano grazie anche all’utilizzo di droni. L’indagine, condotta dalla Squadra Mobile e dal commissariato di Frattamaggiore su mandato della Direzione Distrettuale Antimafia, ha rivelato che i quattro individui avevano preso di mira l’attività commerciale a partire dal marzo 2023, presentandosi come emissari del clan.

Antonio Alterio, precedentemente ferito in un agguato a novembre 2021, è il fratello di Gennaro e Raffaele, arrestati nel 2022 insieme ad altri membri del clan 167. Salvatore Lupoli, noto come “o’ trombone”, è un ex calciatore, mentre Giuseppe Bussola non aveva precedenti penali. Il commerciante che ha denunciato l’estorsione ha espresso la speranza che il suo gesto possa ispirare altri imprenditori ad Arzano ad opporsi alla camorra e al pagamento del “pizzo”. Tuttavia, nonostante questa vittoria legale, ad Arzano continuano i furti, segnando un’escalation preoccupante della criminalità.

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