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Cronaca

Parma | Incontri in carcere tra boss e servizi segreti: il motivo della morte di Umberto Mormile

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Umberto Mormile è stato assassinato per aver scoperto incontri non registrati tra il boss Domenico Papalia e agenti dei servizi segreti nel carcere di Parma e per aver negato vari permessi premio al boss ad Opera per questo motivo.

Secondo quanto riportato da MilanoToday, i pentiti Salvatore Pace, 67 anni, e Vittorio Foschini, 64, sono stati condannati venerdì mattina dal giudice per l’udienza preliminare Marta Pollicino a 7 anni di reclusione per il loro coinvolgimento nell’omicidio di Umberto Mormile, educatore del carcere di Opera, ucciso a 34 anni in un agguato mafioso il 11 aprile 1990 a Carpiano, nel Milanese.

Il giudice ha riconosciuto a Pace e Foschini le attenuanti generiche, equivalenti all’aggravante, e l’attenuante speciale per la collaborazione. L’avvocato Repici ha evidenziato che il giudice ha dato credito alle dichiarazioni di Foschini, il quale ha affermato che Mormile fu ucciso per aver scoperto i contatti tra Domenico Papalia e i servizi segreti, su richiesta di questi ultimi.

Al momento dell’omicidio, Mormile era un educatore nel carcere di Opera e aveva 34 anni. Era noto per il suo approccio innovativo alla rieducazione dei detenuti. Fu ucciso sulla provinciale Binasca da due uomini in sella a una moto, che spararono sei colpi di pistola mentre si dirigeva al lavoro.

L’omicidio fu rivendicato da una sigla allora sconosciuta, la “Falange armata carceraria”. Questa sigla fu poi associata ad altri omicidi e attentati, inclusi quelli di via Palestro a Milano e via dei Georgofili a Firenze. Nel 2005, i boss Antonio Papalia e Franco Coco Trovato furono condannati come mandanti, mentre nel 2011 si aggiunse Domenico Papalia.

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