Reggio Emilia | Operazione “Minefield”: 108 indagati, 81 società coinvolte e arresti – VIDEO

Cinque individui sono stati posti in custodia cautelare in carcere, mentre altri 7 sono stati relegati agli arresti domiciliari. Complessivamente, 108 soggetti sono sotto inchiesta, di cui 26 presumibilmente legati alla ‘ndrangheta, con l’accusa grave di associazione a delinquere finalizzata a vari reati tributari, principalmente riciclaggio internazionale e autoriciclaggio. Secondo le indagini, l’attività criminale si estendeva in diverse regioni italiane, tra cui Emilia, Calabria, Campania, Toscana, Lazio, Lombardia, Marche e Veneto, coinvolgendo ben 81 società. Sono state adottate anche misure interdittive contro due commercialisti e un imprenditore. L’associazione operava il riciclaggio di denaro illecitamente ottenuto attraverso un sistema di fatturazione falsa e frode fiscale, reinvestendo il denaro nell’economia legale mediante acquisti di diamanti, orologi preziosi e auto di lusso, acquistati in Austria e poi noleggiati tramite società create appositamente nella provincia di Reggio Emilia. Questo sistema ha generato un giro d’affari di oltre 30 milioni di euro, con sequestri di oltre 10,5 milioni di euro disposti dalle autorità.

Per “pulire” i proventi illeciti, il denaro veniva principalmente canalizzato attraverso il circuito internazionale: inizialmente fatto confluire attraverso un sistema di società fittizie principalmente in Bulgaria. Da qui, veniva inviato su ulteriori conti all’estero o convertito in contanti, per essere successivamente reintegrato fisicamente in Italia. Nell’ambito dell’inchiesta, è emerso che alcuni soggetti hanno indebitamente percepito l’indennità di disoccupazione Naspi per un valore di circa 60.000 euro, attraverso un sistema fraudolento nei confronti del welfare statale. Inoltre, alcune delle società fittizie utilizzate per emettere fatture false hanno abusato dei contributi pubblici stanziati durante l’emergenza sanitaria da pandemia, per un totale di 72.000 euro.