Caivano | Bomba a Don Patriciello perché si opponeva a clan

Nell’hinterland settentrionale di Napoli, la presenza della camorra e il degrado del territorio hanno creato un ambiente di conflitto e violenza. Coloro che si oppongono a questo “sistema” criminale sono spesso presi di mira e puniti attraverso atti intimidatori e violenti.

Tra gli episodi più eclatanti, si registrano gli attacchi diretti al comandante della polizia locale di Arzano, Biagio Chiariello, e al parroco del Parco Verde di Caivano, don Maurizio Patriciello. Questi individui, percepiti come avversari dalla malavita, sono stati oggetto di atti intimidatori, tra cui l’esposizione di un manifesto funebre con il nome del comandante Chiariello all’ingresso del comando e l’esplosione di una bomba di fronte al cancello della Chiesa San Paolo Apostolo, un chiaro tentativo di minaccia e costrizione.

Le indagini condotte dai carabinieri di Giugliano in Campania e Arzano, sotto il coordinamento della DDA di Napoli, hanno portato all’esecuzione di 13 misure cautelari nei confronti di presunti esponenti della criminalità organizzata. Questi fatti sono stati confermati anche dai collaboratori di giustizia, tra cui spicca Pasquale Cristiano, un tempo capo di un gruppo malavitoso locale.

La faida in corso tra la famiglia malavitosa guidata da Giuseppe Monfregolo e il gruppo criminale gestito da Pasquale Cristiano insieme a Vincenzo Mormile è stata innescata dall’omicidio di Salvatore Petrillo, avvenuto in un agguato il 24 novembre 2021 di fronte al “Roxy Bar” di Arzano. Petrillo, nipote di Cristiano, è deceduto in ospedale a Giugliano in Campania quattro giorni dopo.

Questi eventi mettono in luce la ferocia e la pericolosità della criminalità organizzata nell’area settentrionale di Napoli e la sua determinazione nel reprimere qualsiasi forma di opposizione al suo dominio. La cooperazione tra le forze dell’ordine e i collaboratori di giustizia è cruciale per contrastare efficacemente questo fenomeno e riportare sicurezza e legalità nella comunità.