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Cronaca

Ilaria Salis | Giorgia Meloni chiama Orban

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Il presidente del consiglio, Giorgia Meloni, ha recentemente avuto una conversazione telefonica con il primo ministro ungherese Viktor Orban riguardo al caso di Ilaria Salis. Il presidente del Consiglio italiano, nel pieno rispetto dell’indipendenza e dell’autonomia della magistratura ungherese, ha portato l’attenzione di Orban sulla situazione della nostra connazionale detenuta in Ungheria. In precedenza, diverse iniziative diplomatiche erano state avviate dal ministro degli Esteri italiano, Antonio Tajani, a partire dal 22 gennaio, in collaborazione con il suo omologo ungherese Peter Szijjarto.

Il contesto delle relazioni tra Ungheria e Unione Europea (Ue) è stato segnato da tensioni sulla questione dello stato di diritto, con il caso Ilaria Salis che ha amplificato il confronto. L’Ue ha recentemente congelato una parte dei fondi europei destinati all’Ungheria, in quanto il paese è accusato di violazioni nei settori dei diritti umani, protezione dei minori, libertà accademica, diritto di asilo e indipendenza giudiziaria. Questo blocco ha creato un confronto serrato tra Bruxelles e Budapest, con l’Ungheria che sembra mantenere il veto sulla revisione del bilancio comune, compresa l’assistenza finanziaria per l’Ucraina.

Nel caso specifico di Ilaria Salis, Bruxelles ha limitato la sua azione, poiché la detenzione è considerata una competenza primaria dei singoli Stati membri. Tuttavia, l’Ue ha emesso una raccomandazione nel dicembre 2022 che sottolinea principi chiave riguardanti la detenzione, con un focus sull’ultimo ricorso alla custodia cautelare, il trattamento rispettoso dei detenuti e gli sforzi per facilitare il reinserimento sociale al fine di prevenire la recidiva.

Il confronto tra la Commissione Europea e Viktor Orban riguardo ai fondi europei è un altro aspetto di questo scontro più ampio, con Bruxelles che ha congelato 21 miliardi di euro e ha collegato la concessione di finanziamenti a specifici obiettivi legati allo stato di diritto. Inoltre, la Commissione ha portato l’Ungheria davanti alla Corte di Giustizia per la violazione dei diritti Lgbt, coinvolgendo quindici Paesi membri, mentre l’Italia non figura tra questi.

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