Bologna | Carabiniere non si vaccina, Tar conferma la sospensione

Come il personale sanitario e scolastico, anche i dipendenti pubblici dei settori difesa, sicurezza e soccorso, esposti al pubblico, sono vincolati dagli stessi “doveri di protezione e di solidarietà” affermati dalla Consulta in relazione all’obbligo vaccinale. Tale principio è stato uno dei motivi che ha portato il Tar dell’Emilia-Romagna a confermare, respingendo il ricorso dell’interessato, la sospensione dal lavoro e la privazione della retribuzione decise il 31 dicembre 2021 per un carabiniere, appuntato scelto in servizio al comando Legione Emilia-Romagna, che aveva scelto di non sottoporsi alla vaccinazione contro il Covid.

Il collegio, guidato dal presidente estensore Ugo Di Benedetto, ha richiamato sentenze della Corte costituzionale e della Corte europea dei diritti dell’uomo, evidenziando che la sicurezza e l’efficacia dei vaccini sono state confermate “in sede di autorizzazione condizionata, attraverso procedure rigorose conformi agli standard di ricerca e sperimentazione accettati dalla comunità scientifica internazionale”. Pertanto, secondo il Tar, non esistono ragioni valide per considerare eccessivo o sproporzionato il “sacrificio imposto” attraverso la vaccinazione obbligatoria, basato su valutazioni scientifiche del rapporto tra rischi e benefici.

Il Tribunale amministrativo ha inoltre respinto l’idea che la scelta di non vaccinarsi costituisca un’ingerenza impropria nella vita privata, affermando che tale obbligo mira a perseguire un interesse pubblico, ovvero il contenimento del contagio, a difesa della società democratica e a tutela dei soggetti più vulnerabili di fronte a una pandemia globale e alla minaccia di un virus a trasmissione aerea particolarmente pericoloso. Il vaccino prescritto gode, secondo il tribunale, del consenso generale della comunità scientifica in termini di efficacia e sicurezza.