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Calabria

‘Ndrangheta | l’ex moglie del boss Arena ai pm: “Costretta alla convivenza da quando avevo 15 anni”

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La donna ha raccontato ai magistrati le attività criminali della famiglia dell’ex marito e dell’ex suocero, subendo pesanti minacce dal momento in cui ha deciso di interrompere la loro relazione. La sua ex-moglie era sposata con Rosario Arena, 44 anni, arrestato insieme al padre Domenico con l’accusa di far parte della cosca Pesce di Rosarno.

La donna ha rivelato ai pubblici ministeri della Dda di Reggio Calabria di aver ricevuto minacce serie dopo aver denunciato le attività criminali della famiglia del marito. Le accuse contestate ai due indagati sono minacce ed estorsione. La donna ha dovuto convivere con il boss Rosario Arena dal 2001, quando è stata rapita a 15 anni e costretta a vivere con lui. Nel 2003, una volta diventata maggiorenne, è stata obbligata a sposare Rosario Arena.

Le vessazioni subite dall’ex moglie di Arena erano già note nella cittadina della Piana di Gioia Tauro e erano emerse anche in alcune intercettazioni. La donna ha confermato alle autorità quanto aveva già dichiarato un collaboratore di giustizia. Ha raccontato le minacce ricevute, compresa l’esplicita minaccia di essere uccisa e sepolta, simboleggiata dalla frase “per te è già pronta la ruspa”.

Il rapporto con la famiglia Arena è stato descritto come tormentato e caratterizzato da minacce e violenze. Quando ha deciso di lasciare Rosario Arena il 13 novembre 2018, Domenico Arena, l’ex suocero, le ha comunicato che li avrebbe uccisi, riferendosi ai suoi familiari.

La donna, chiamata “pentita” perché si rifiutava di partecipare alle attività illecite della famiglia del marito, ha raccontato agli inquirenti le difficoltà vissute all’interno di quella realtà criminale. Mentre il suocero le proponeva di coinvolgersi nella coltivazione di sostanze stupefacenti, il marito la chiamava “pentita” e la sottoponeva a violenze fisiche, abbandonandola per giorni e colpevolizzandola della separazione. Nonostante si fosse diplomata e laureata, il marito le proibiva di lavorare e le imponeva di guadagnarsi i soldi senza occuparsi di un impiego.

Quando la donna ha deciso di lasciare Rosario Arena nel 2018, ha vissuto la separazione come un’onta da punire per il marito. Anche quando Rosario era in carcere, avrebbe minacciato la donna attraverso i figli, annunciando che “avrebbe sistemato tutto” una volta scarcerato. Il suocero, invece, avrebbe utilizzato un falso profilo Facebook per rivolgerle minacce, dicendole che avrebbe dovuto “morire di fame”.

Il contesto matrimoniale della vittima è stato caratterizzato da pressioni psicologiche continue, con la famiglia Arena che pretendeva il suo coinvolgimento nelle attività illecite, incluso il traffico di stupefacenti, e richiedeva comportamenti sessuali promiscui e confidenziali con il suocero.

Oltre alle minacce alla donna, padre e figlio sono accusati di aver minacciato un medico dell’ospedale di Bari per ottenere un certificato che avrebbe aiutato Domenico Arena a eludere la detenzione e beneficiare dei domiciliari. La Dda ha anche scoperto un caso di estorsione ai danni di una cooperativa agricola, ritenuta una fonte di reddito illecito per la famiglia Arena negli ultimi 18 anni. Su richiesta del procuratore Giovanni Bombardieri e del sostituto procuratore della Dda Sabrina Fornaro, il gip Tommasina Cotroneo ha emesso un’ordinanza di custodia cautelare in carcere contro i due uomini accusati.

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