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Economia

DL Energia | Via libera dal CDM, no a proroga del mercato tutelato

adn24 dl energia | via libera dal cdm no a proroga del mercato tutelato

Il Consiglio dei ministri, riunito a Palazzo Chigi, ha dato il via libera al decreto legge in materia energetica. Secondo quanto trapela, il provvedimento non prevede la proroga del mercato tutelato. Le tariffe fissate dallo Stato, e non dal libero mercato (un’anomalia criticata dall’Unione Europea), termineranno come previsto dalla legge: il 10 gennaio 2024 per il gas e il primo aprile per l’elettricità. Il ministero dell’Ambiente e della sicurezza energetica ha annunciato la creazione di un tavolo per esaminare modalità di transizione che siano graduali e non traumatiche per le famiglie coinvolte (circa 5,5 milioni di utenze). Tuttavia, non sarà prevista alcuna proroga della scadenza a causa della crisi energetica, nonostante le richieste di organizzazioni di consumatori e alcuni politici della maggioranza.

Il Decreto Legge Energia introduce diverse novità. Il ministro dell’Ambiente, Gilberto Pichetto, ha affermato che si tratta di “un provvedimento che comporta investimenti per un valore complessivo di 27,4 miliardi di euro”. Ha spiegato: “Vogliamo sfruttare le enormi potenzialità del nostro Paese, rendendolo un punto di riferimento nel Mediterraneo per quanto riguarda le fonti rinnovabili”. Il decreto istituisce un fondo annuale da 350 milioni di euro fino al 2032 destinato a Regioni e Province Autonome per misure di compensazione e riequilibrio ambientale e territoriale correlate all’installazione di impianti fotovoltaici in zone idonee. Il fondo sarà alimentato dalle aste ETS delle emissioni di CO2 e dai contributi dei produttori di energia da fonti rinnovabili. Le imprese ad elevato consumo energetico, come quelle chimiche e del vetro, saranno incentivati a realizzare centrali elettriche a energia pulita: per i primi 3 anni, il GSE (la società pubblica per la promozione delle fonti green) anticiperà loro l’energia allo stesso prezzo che avrebbero dalle fonti rinnovabili.

Il decreto prevede anche la creazione di due poli per la produzione di impianti per l’eolico offshore nel Sud del paese (piattaforme galleggianti e turbine). Nei prossimi mesi, verranno identificati i due porti che ospiteranno tali impianti. Tuttavia, la principale novità del decreto riguarda la possibilità concessa a Regioni e Comuni di candidarsi per ospitare il deposito nazionale delle scorie nucleari. Finora, la legge stabiliva che la struttura potesse essere realizzata solo nei Comuni ritenuti idonei dalla Sogin, la società pubblica per lo smantellamento delle centrali atomiche. Tuttavia, diverse autocandidature sono giunte dai Comuni non inclusi nella Carta delle aree potenzialmente idonee (Cnapi).

Con un disegno di legge presentato dalla Lega, si offre loro la possibilità di ospitare il deposito, che comporta significativi contributi pubblici e la creazione di migliaia di posti di lavoro. Pertanto, il decreto Energia modifica questa norma: “per promuovere la possibilità di una più celere individuazione dell’area di stoccaggio”, spiega il Mase. Il provvedimento del governo riguarda anche il settore del gas, introducendo misure destinate a suscitare le polemiche degli ambientalisti. Prevede infatti il rilascio di nuove concessioni per l’estrazione di idrocarburi, in cambio dell’impegno a cedere quantitativi di gas al GSE, che lo fornirà prioritariamente alle imprese ad alto consumo di gas.

Inoltre, vengono considerate di pubblica utilità, indifferibili e urgenti, le opere per la costruzione e l’esercizio di terminali di rigassificazione di gas naturale liquido on-shore: una norma che riguarda i futuri impianti di Porto Empedocle e Gioia Tauro. Infine, il decreto semplifica le procedure per le autorizzazioni allo stoccaggio di anidride carbonica nei giacimenti di idrocarburi esausti.

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