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Napoli | Ancora scosse fino a 3.6 di magnitudo.

adn24 napoli | ancora scosse fino a 36 di magnitudo

La zona tra i Campi Flegrei e Napoli continua a essere colpita da scosse sismiche. Come previsto dagli esperti, il recente sciame sismico ha continuato, e il 16 ottobre è stato registrato un terremoto con una magnitudo di 3.6.

Il terremoto di magnitudo 3.6 nella regione dei Campi Flegrei è stato rilevato sia dal Dipartimento della Protezione Civile che dall’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia. L’epicentro è stato localizzato nell’area della Solfatara, con una profondità di circa 2 chilometri. Questa scossa è stata avvertita in un’ampia area che va da Pozzuoli a Bacoli e in alcuni quartieri di Napoli. Fortunatamente, non sono stati riportati danni a persone o beni materiali. Questa scossa ha avuto una magnitudo superiore rispetto a quelle che si verificano quotidianamente nella zona, dove è comune il movimento bradisismico.

Nel mese di settembre, l’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia ha registrato ben 1106 scosse sismiche nell’area dei Campi Flegrei. Va notato che il terremoto del 27 settembre con una magnitudo superiore al quarto grado è stato il più intenso degli ultimi 40 anni ed è avvenuto dopo oltre 60 eventi di minore intensità. Gli esperti sottolineano che la popolazione che risiede in questa zona soffre della cosiddetta sindrome dei Campi Flegrei, caratterizzata da ansia, insonnia, irritabilità, attacchi di panico e stress. Molti stanno cercando assistenza psicologica, ma gli esperti consigliano di evitare che questi sintomi ostacolino la vita quotidiana.

Mentre il bradisismo continua, il comune di Napoli sta valutando le possibili vie di fuga in caso di emergenza. Una delle ipotesi menzionate è un accesso diretto alla Tangenziale di Napoli da Bagnoli, un progetto contemplato in una legge degli anni ’80 in relazione al bradisismo. Questo rappresenta una delle opzioni da considerare in caso di scosse sismiche più gravi. Tuttavia, è difficile prevedere la durata di questo movimento bradisismico, poiché la costante sollevazione del suolo, che avviene a un ritmo di circa 19 millimetri al mese, comporta il rilascio progressivo di energia e la formazione di fratture nelle rocce, come spiegato dal direttore dell’Osservatorio Vesuviano dell’INGV, Mauro Antonio Di Vito.

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