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Catania | Truffa su fondi Covid e favori al clan, carabiniere tra gli arrestati

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Cinque persone arrestate e altrettante sottoposte a misure cautelari personali, come l’obbligo di presentazione alla Polizia Giudiziaria e di dimora nel Comune in cui abitano. E’ il provvedimento restrittivo eseguito dalla polizia di Catania nell’ambito di un’inchiesta della Dda su un presunto sodalizio criminale dedito alla commissione di falsi per l’indebita percezione di contributi pubblici consistenti per fronteggiare l’emergenza economica conseguita alla pandemia da Covid-19.

Tra le persone arrestate Gabriele Santapaola, di 39 anni, dell’omonima famiglia mafiosa, e un brigadiere dei carabinieri, Paolo Marragony, che lo avrebbe favorito. L’ordinanza è stata eseguita da agenti dello Sco di Roma, della Questura di Catania e del Reparto prevenzione crimine. L’inchiesta si basa su indagini condotte tra il marzo 2021 e il novembre dello stesso anno. Secondo l’accusa, i finanziamenti garantiti dallo Stato sarebbero stati erogati sulla base di documentazione falsa e presentata da persone che non avevano i presupposti di legge.

Al vertice dell’associazione criminale vi sarebbero stati il funzionario di un noto istituto di credito di Catania, Alessandro Mirabella, e il direttore generale del consorzio fidi Cofisan, Andrea Pappalardo. Secondo quanto accertato, gli indagati, sfruttando anche la semplificazione delle procedure per la concessione del finanziamento garantito avrebbero assicurato a beneficiari compiacenti l’accesso fraudolento, istruendone la pratica sin dalla predisposizione della falsa documentazione reddituale ai fini dell’indebita erogazione del contributo. Secondo la Procura, Andrea Pappalardo avrebbe convogliato le istanze prodotte dai vari professionisti verso dirigenti di istituti di credito compiacenti come Alessandro Mirabella – anch’egli arrestato – il quale a sua volta avrebbe assegnato le pratiche a fidati funzionari della banca, tra i quali Paolo D’Angelo – arrestato – che, dietro indebito pagamento di una somma di denaro, le avrebbe deliberate positivamente o, qualora irrimediabilmente viziate, ne avrebbe consigliato il ritiro così da poter essere ripresentate una volta rettificate. Ai cinque arrestati la Procura contesta l’aggravante dell’avere favorito la cosca mafiosa Santapaola-Ercolano.

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